Torino, tensione al corteo degli studenti: uova e sassi contro la polizia e scontri
Momenti di tensione oggi a Torino, dove si segnalano scontri davanti alla sede del Politecnico registrati durante un corteo di studenti. Alcuni manifestanti hanno lanciato uova e sassi contro la polizia, che ha reagito con manganellate. Gli studenti avrebbero cercato di forzare il blocco della polizia che protegge l'ingresso e a quel punto sono nate tensioni. Sarebbero state fermate anche alcune persone. Gli studenti e gli agenti si erano fronteggiati anche sotto la sede dell'Unione degli industriali senza però arrivare al contatto fisico.
"Ci arrivano notizie di cariche a Torino dove è stato arrestato un compagno di Cambiare Rotta. Non ci fa paura la repressione. Solidarietà ai manifestanti di Torino", il commento dei manifestanti Usb a Roma.
È di due feriti tra le forze dell'ordine il primo bilancio degli scontri.
Nel giorno dello sciopero generale un corteo di studenti delle scuole superiori e dell'università ha preso il via questa mattina nel capoluogo piemontese. "Siamo contro il governo, che non si occupa dei giovani, e siamo contro la guerra imperialista", le parole scandite al corteo. La prefettura ieri aveva sottolineato che l'iniziativa non era stata preannunciata.
Dai dimostranti si sono alzati cori e slogan anche contro il ministro Giuseppe Valditara. "Valditara non ti vogliamo, la scuola è nostra e ce la riprendiamo", hanno scandito dal megafono accendendo fumogeni. Dal corteo si alzano anche slogan a favore della Palestina. "C'è un genocidio in corso – così uno studente – e chiunque non scende in piazza con noi e complice. Stiamo insegnando ai nostri professori cosa vuol dire essere umani".
"Boicottiamo la guerra. Scuole e università con i popoli in rivolta", lo striscione dietro il quale è partito il corteo. "Oggi scendiamo in piazza per la terza volta in questo mese con l'ultimo corteo dell'anno – hanno spiegato dal megafono – siamo qui per riprenderci tutto e contro un governo che non si cura dei bisogni dei giovani. Sarà un inverno caldo, ci mobiliteremo in tutte le scuole con presidi e autogestione per far sentire la nostra voce".