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Torino dice sì alla cannabis legale, è la prima tra le grandi città

Due gli ordini del giorno presentati da Sel e Pd: uno vuole che il Piemonte si omologhi a Veneto, Toscana e Liguria per l’utilizzo della marijuana a fini terapeutici, l’altro chiede al Parlamento di abolire la Fini-Giovanardi.
A cura di Susanna Picone
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Torino è la prima grande città italiana a dire sì all’uso della cannabis. Il Consiglio comunale ha, infatti, approvato due ordini del giorno presentati da Marco Grimaldi di Sel e Silvio Viale, radicale eletto nel Pd. Alla Regione Piemonte chiedono di omologarsi ad altre regioni italiane – sono Veneto, Toscana e Liguria – per utilizzare la marijuana a fini terapeutici. Nel testo, approvato con 24 voti favorevoli, si chiede alla Giunta “di adoperarsi nei confronti della Regione Piemonte per concedere l’uso terapeutico della cannabis ai malati, e nei confronti del Ministero della Sanità per la produzione di farmaci sintetici e naturali a base di cannabinoidi”. Al Parlamento Torino chiede, invece, di abolire la legge Fini-Giovanardi e poter utilizzare la cannabis non solo a scopo terapeutico ma anche ricreativo.

Prima città a pronunciarsi sulla legalizzazione delle droghe leggere – Quest’ultimo provvedimento è passato per soli due voti di scarto: 15 i sì (Sel, parte del Pd, IdV e M5S), 13 i no e 6 astenuti tra cui il sindaco della città Piero Fassino. Secondo il primo firmatario dell’odg, Marco Grimaldi di Sinistra Ecologia e Libertà, “Torino è la prima grande città in Italia a pronunciarsi sull’abrogazione della legge Fini-Giovanardi e sulla legalizzazione delle droghe leggere”. Vogliamo mettere fine  – ha spiegato ancora – “alle politiche proibizionistiche che hanno solo regalato ai narcotrafficanti centinaia di miliardi di euro, e togliere dall'illegalità centinaia di migliaia di cittadini”.

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