Torino, Pietro Costanzia parla dell’aggressione: “Lui ha mostrato i genitali alla mia fidanzata”
"Non un machete ma un pugnale" col quale Pietro Costanzia di Costigliole, il 23enne discendente di una nobile famiglia piemontese in carcere per aver aggredito il coetaneo O.B. con l'obiettivo di dargli "una lezione" per avere "molestato" la sua fidanzata. "Sì, volevo picchiarlo, ma non ucciderlo. E neanche ferirlo così gravemente", ha ribadito ieri, 20 aprile, nell'interrogatorio durato circa cinque ore davanti ai pm Mario Bendoni e Davide Pretti.
I fatti risalgono allo scorso dicembre. In un appartamento stanno dormono la vittima, la fidanzata di quest'ultima e un’amica, che è la fidanzata di Costanzia. Dopo la nottata, in cui non succede nulla, la compagna di O.B. va via. E a quel punto, secondo il nobile, il giovane si tira giù i boxer, mostra "i genitali" alla ragazza e tenta di fare sesso con lei.
Inizialmente la ragazza di Costanzia non gli dice nulla. Attende tre mesi e così a marzo scatta l'aggressione con "un pugnale" di dimensione piuttosto ridotte, assicura l'imputato. "L’ho portato con me per minacciare O., ma non avevo intenzione di colpirlo". O.B. però ci rimette la gamba sinistra (amputata) e si salva solo grazie ad un passante.
Costanzia è accusato di tentato omicidio, accusa che contesta perché, assicura, "volevo solo ferire il ragazzo". "Quando ho letto su Internet che O. era grave, mi sono preoccupato", rivela. Aggiungendo: "Non pensavo di averlo ferito in quel modo, non erano quelle le mie intenzioni".
Il tribunale del riesame intanto si è opposto all'istanza di scarcerazione presentata dal fratello, Rocco Costanzia di Costigliole, indagato per avere portato su un motorino il fratello sul luogo della violenza. "Non sapeva che avevo portato un pugnale con me", avrebbe dichiarato Pietro.