Torino, orrori al mattatoio: “Animali malati picchiati prima del macello. Le carni venivano buttate”
Sono scene da film dell'orrore quelle descritte nei verbali delle udienze del processo nei confronti dei gestori del mattatoio di Torino la cui sentenza di primo grado è attesa per il 20 novembre. Scene indegne di un paese civile che sappia rispettare i diritti degli animali senza trasformare degli esseri inermi e indifesi in "oggetti" sui quali sfogare le proprie frustrazioni. E' il quotidiano la Repubblica a descrivere come venivano trattati i capi di bestiame portati al macello: "Quando si fanno male si incastrano lì, ho delle foto dove… incastravano la testa con le corna dentro le sbarre, urlavano dal dolore, le urla le sentivi anche da fuori e non riuscivi neanche… era da tapparsi le orecchie" racconta una veterinaria, spiegando che le regole del benessere animale non sono state seguite in molti casi ".
Per questo sul banco degli imputati sono finiti Andrea, Roberto e Stefano Chiabotto, azionisti di maggioranza della Rosso spa, l'azienda capofila del consorzio che dal Comune ha la concessione del mattatoio di via Traves. La società del Gruppo Chiabotto, che aveva contratti di fornitura con alcune della più rinomate aziende della grande distribuzione, attraversa oggi una grave crisi e di certo l'inchiesta giudiziaria ha contribuito ad aggravare la situazione.
Quell'inchiesta, tuttavia, era inevitabile soprattutto dopo le denunce di una "veterinaria ribelle", Raffaella Ruà, che aveva sollevato il caso dei maltrattamenti e per questo era stata minacciata da Roberto Chiabotto: "Potevi farti amare, potevi farti voler bene, adesso ti farò diventare una scribacchina a 1000 euro al mese". Tra gli episodi raccontati dalla dottoressa l'arrivo di una partita di buoi che pesavano 30 chili con "una broncopolmonite gravissima e il fegato pieno di ascessi". Avrebbero dovuto pesare 125 chili ciascuno, "ma erano come cani ".
"I bovini hanno una soglia del dolore? ", ha chiesto la giudice in un'udienza. Risposta: "Se uno ha una broncopolmonite e tu lo costringi a bastonate a ballare in mezzo a una bolgia infernale è logico che cominci a iperventilare, il polmone non ce la fa, quindi va incontro a un'ulteriore sofferenza " . Come se non bastasse in quei casi la carne è comunque destinata alla distruzione, quindi macellarli è persino inutile.
Anche Stefano Gili, responsabile del servizio veterinario dell'Asl, ha confermato: " Soffrivano di patologie evidenti: dorso inarcato, la diarrea, difficoltà a deambulare. Il dorso inarcato è sintomo di dolore a livello addominale, viscerale. La diarrea è segno di una gastroenterite. In quell'episodio lì gli animali zoppicavano visibilmente perché avevano le articolazioni gonfie della poliartrite" .
Gli abusi commessi al mattatoio di via Traves erano stati più volte denunciati dagli animalisti e ora, alla luce degli stralci dei verbali emersi, la consigliera comunale del Movimento 5stelle, Francesca Frediani, ha commentato: "Ci sono dettagli che fanno accapponare la pelle e disegnano il quadro di un vero e proprio film horror – dicono – Purtroppo le violenze che abbiamo letto sulle pagine dei giornali erano vere. Animali malati, malnutriti ed oggetto di maltrattamenti continui. Una vergogna. Ci auguriamo che venga fatta al più presto chiarezza e che i responsabili paghino per questi fatti. Auspichiamo che le urla dei veterinari che hanno denunciato questa situazione, ed anche quelle degli animali maltrattati, vengano ascoltate".