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Torino, maxi regolamento di conti tra detenuti in carcere: tre feriti, due sono agenti di polizia

La mega rissa avrebbe causato il ferimento di un recluso e di due poliziotti, a uno dei quali in particolare sarebbe stata lanciata addosso una branda.
A cura di Davide Falcioni
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Il carcere di Sulmona
Il carcere di Sulmona
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Potrebbe essere stata una vera e propria resa dei conti a scatenare massicci disordini tra una quarantina di detenuti all'interno del carcere di Torino Lorusso-Cotugno. La mega rissa avrebbe causato il ferimento di un recluso e di due poliziotti, a uno dei quali in particolare sarebbe stata lanciata addosso una branda.

Cosa è successo

I gravi disordini si sono verificati ieri mattina al padiglione B del carcere di Torino. Qui un gruppo di detenuti – una quarantina circa – ristretti al primo piano dell'edificio e di origine albanese, approfittando del cambio turno degli agenti di polizia penitenziaria per recarsi a pranzo hanno forzato i cancelli della rotonda del primo piano, riuscendo a raggiungere il terzo piano della struttura. Approfittando del momento in cui il vitto veniva distribuito dai carrelli, il gruppo ha fatto irruzione. Gli agenti di Polizia penitenziaria presenti hanno tentato di opporsi all'azione, ma sono stati sopraffatti dalla furia dei detenuti, che sono riusciti a sottrarre le chiavi delle celle a uno degli agenti.

Secondo quanto riferisce in una nota Leo Beneduci, segretario generale Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria), a un poliziotto "è stata lanciata contro una branda che gli agenti mantenevano per evitare lo sfondamento dei cancelli". "Per l’ennesima volta – prosegue il sindacalista – e come i fatti attestano dobbiamo affermare che il  carcere di Torino è totalmente in mano ai detenuti tant’è che l’episodio odierno costituirebbe la vendetta per quanto accaduto nella giornata di ieri in cui due detenuti di nazionalità marocchina avrebbero sfregiato un detenuto albanese".

L'allarme dei sindacati

"Ulteriormente significativo inoltre che il personale di polizia penitenziaria nella guerra tra bande che ormai contraddistingue il penitenziario torinese e molte delle infrastrutture penitenziarie risulti del tutto impotente e incapace di reagire per tempo come la sottrazione delle chiavi dimostra – continua Beneduci -D’altra parte, laddove l’amministrazione penitenziaria centrale – il Dap  è la prima a disconoscere e sottovalutare i problemi crescenti delle carceri italiane tanto che quello di  Torino come decine di altri penitenziari sul territorio nazionale, sono privi di Comandanti e Direttori titolari, nonostante le promesse della politica – insiste Beneduci  – è ora che il guardasigilli Nordio ed i sottosegretari delegati Delmastro e Ostellari prendano atto del fallimento e dispongano per l’immediato avvicendamento dei responsabili romani del Dap attori delle gravi disattenzioni e delle incapacità da troppo tempo esistenti e che nel frattempo si disponga che la Polizia penitenziaria ottenga i necessari supporti, quali anche quello delle altre forze di polizia per contrastare l’inaccettabile ingovernabilità penitenziaria".

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