La piccola Fatima morta a Torino, il compagno della mamma sotto accusa: “Non sono stato attento”
Sembrava una serata come le altre in via Milano, a Torino, quando la morte della piccola Fatima ha sconvolto il quartiere. Una tragedia che sembra quasi impensabile. Certo, dall'appartamento al quarto piano dello stabile provenivano diverse voci. Secondo quanto confermato dalle forze dell'ordine a Fanpage.it, dovevano esserci più persone nell'appartamento del 32enne al momento della tragedia. La bimba ha forse raggiunto l'appartamento del compagno della mamma approfittando di una porta lasciata aperta. Al momento della caduta fatale si trovava in braccio all'uomo, affacciatosi per conversare con la compagna. La minore è precipitata sull'asfalto con indosso solo un pigiamino. La piccola potrebbe aver approfittato della porta di casa lasciata aperta dalla mamma al terzo piano per raggiungere il patrigno. Lui, forse in un momento di disattenzione, l'avrebbe lasciata cadere. L'uomo è stato fermato con l'accusa di omicidio con dolo eventuale.
"Per me quella bambina era come una figlia" ha riferito il 32enne tra le lacrime. "Le volevo tanto bene e lei ne voleva a me". Davanti alle domande della commerciante che per prima ha soccorso la piccola, ha indicato solo con le mani da quale piano fosse precipitata la piccola. Secondo la testimonianza l'uomo, forse offuscato dall'alcol, non è riuscito a formulare alcuna frase.
La madre, disperata, lo ha incolpato dell'accaduto. Il 32enne, che è assistito dall'avvocato Alessandro Sena, ha riferito invece di aver scoperto della morte della bimba solo una volta arrivato in procura. "Non avevo bevuto molto – ha riferito – ma ho perso lucidità quando mi sono reso conto che la bimba era caduta". Secondo quanto riferito dal legale, il 32enne è molto provato. "Ha pianto a lungo e ha pianto durante l'interrogatorio. Ha detto di sentirsi responsabile perché non è stato attento".