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Torino, la Guardia di Finanza ha scoperto 140 tonnellate di falso cibo made in Italy

Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno sequestrato circa 140 tonnellate di generi alimentari riportanti segni e simboli tipici del “Made in Italy”, ma in realtà interamente prodotti in altri Paesi dell’Unione europea come Spagna, Ungheria e Paesi Bassi.
A cura di Davide Falcioni
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La Guardia di Finanza di Torino ha sequestrato circa 140 tonnellate di generi alimentari riportanti segni e simboli tipici del “Made in Italy”, ma in realtà interamente prodotti in altri Paesi dell'Unione europea come Spagna, Ungheria e Paesi Bassi. Qualora fosse stata immessa in commercio, la merce avrebbe fruttato un illecito guadagno di circa 4 milioni di euro.

L'operazione, condotta dai “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego Torino e coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, ha avuto inizio nei giorni scorsi, quando gli uomini delle Fiamme Gialle hanno notato, esposti sugli scaffali di alcuni negozi, prodotti alimentari preconfezionati, soprattutto olive , funghi e ortaggi, che si spacciavano per originari dell'Italia attraverso l'inequivocabile simbologia della bandiera tricolore e dello “stivale”.

Dalle indagini tuttavia è emerso che si trattava, invece, di alimenti interamente realizzati in altri Paesi europei. Gli elementi acquisiti hanno indotto a ritenere che ci si trovasse di fronte ad una ingente frode commerciale e, di conseguenza, si è proceduto a ricostruire l'intera filiera distributiva, tramite l'esame analitico dei flussi degli approvvigionamenti.

"Lo sviluppo delle indagini – spiega una nota della Guardia di Finanza – ha portato quindi i militari a scoprire un deposito situato in un comune della provincia di Pistoia ove è stato, altresì, individuato lo stabilimento che procedeva ad acquistare le confezioni dei prodotti alimentari di origine non domestica, già etichettate con la simbologia riconducibile all'italianità, per poi immetterli sul mercato. Più in particolare, l'illecito modus operandi prevedeva che la merce, confezionata in appositi contenitori riportanti chiari riferimenti alla sua provenienza italiana, viaggiasse dal luogo di spedizione estero fino al deposito nazionale, dove poi veniva riveduta senza subire alcuna trasformazione sostanziale".

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