Torino, la detenuta morta in carcere non mangiava da 3 settimane: si indaga
Si è lasciata morire privandosi del cibo la donna morta ieri nel carcere Lorusso-Cotugno di Torino. Secondo quanto reso noto dall'agenzia AGI, la detenuta non mangiava da 3 settimane. La donna è stata trovata morta nel bagno nella sezione femminile da un agente della polizia penitenziaria.
Era monitorata, secondo quanto riferiscono le stesse fonti, sia a livello sanitario sia visivo nel senso che la sua cella era video sorvegliata. Era finita in carcere nell'ambito di un'indagine sullo sfruttamento della prostituzione minorile. A stabilire se si è spenta per le conseguenze del digiuno prolungato, sarà l'autopsia che è stata disposta sul suo corpo.
Poche ore dopo il suicidio della donna, un'altra detenuta si è tolta la vita. Secondo quanto reso noto, a uccidersi sarebbe stata una donna di 42 anni trovata impiccata nel bagno della sua cella. Anche in questo caso sono in corso accertamenti sulle dinamiche dell'accaduto.
Sulla morte della seconda detenuta, una donna italiana di nome Azzurra, indagano gli agenti delle forze penitenziarie di polizia. Si tratta del secondo suicidio in poche ore e della terza morte in un mese avvenuta nel carcere di Torino, che secondo i sindacati diventa sempre più affollato e degradato.
Mancano infatti forze di polizia sufficienti per affrontare le condizioni di sovraffollamento della struttura carceraria e la formazione per poter prevenire le risse e arginare i disagi psichici e psicologici dei detenuti.
"C'è una grave carenza di oltre 6000 unità – spiega Leo Beneduci, segretario generale del sindacato per le forze di polizia penitenziaria – sull'intero territorio nazionale. Manca inoltre qualsiasi strumento e la formazione professionale utile ad arginare le situazioni più difficili".