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Torino, il suo cane sbranò una cagnolina: padrone condannato a 2 anni per calunnia

Quando nel 2015 il suo grosso cane azzannò e uccise a Moncalieri (Torino) una cagnolina il padrone, un uomo di 67 anni, raccontò ai carabinieri con tanto di denuncia formale una versione completamente diversa dell’accaduto. Per questo è stato condannato a due anni di carcere per calunnia. La padrona della cagnolina ha ottenuto un risarcimento.
A cura di Susanna Picone
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Un uomo di sessantasette anni è stato condannato a due anni di carcere per calunnia. La sentenza è del giudice Rossella La Gatta e la condanna arriva dopo un episodio che riguarda il cane dell'imputato. Un grosso cane di razza Amstaff che circa tre anni fa ha azzannato e ucciso una cagnolina molto più piccola di lui, la piccola Minni. In quella occasione, però, il padrone del cane con tanto di denuncia formale raccontò tutta un’altra versione ai carabinieri: G.C., l’uomo ora condannato, disse che la cagnolina gli aveva morso un dito e il molosso non aveva fatto altro che difenderlo. Da qui, dunque, la condanna a due anni di carcere per calunnia. Il triste episodio è accaduto a Moncalieri, alle porte di Torino, il 13 maggio 2015. La procura aveva chiesto una pena più severa per il sessantasettenne contestandogli la recidiva (al momento del processo, fra l’altro, l’uomo era detenuto per altra causa) ma il giudice ha concesso all’imputato le attenuanti generiche equivalenti.

La drammatica testimonianza del veterinario: "Aveva ferite ovunque" – La piccola Minni era un meticcio di due chili per venti centimetri di altezza mentre il cane che l’ha aggredita – ad affermarlo è stato un veterinario – poteva essere “venti o trenta volte più grande”. Quando arrivò in clinica la povera cagnolina aveva ferite e traumi ovunque “come se fosse stata masticata” secondo il veterinario. La padrona della cagnolina uccisa dal cane Amstaff, una signora di cinquantatré anni, si è costituita parte civile con l'avvocato Alfonso Picardi e, in qualità di vittima della calunnia, ha ottenuto un risarcimento di 1500 euro. Dopo l’episodio il cane di razza Amstaff, che secondo alcuni residenti nel quartiere aveva “un'indole tutt'altro che docile”, è rimasto rinchiuso in un canile per tutta la durata del processo e poi è stato assegnato a una addestratrice.

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