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Torino, il piano di Minniti: “Protezione civile e vigili urbani per gestire la piazza”

Minniti ha sottolineato il “collegamento emotivo diretto tra l’attentato di Manchester e il panico di Torino. Là c’è stato l’attacco, qui s’è innescata la paura: l’effetto che i terroristi volevano creare lo abbiamo avuto noi”.
A cura di Susanna Picone
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Secondo il ministro dell’Interno Marco Minniti esiste “un collegamento emotivo diretto tra l’attentato di Manchester e il panico di Torino”. “Là – dice il ministro – c’è stato l’attacco, qui s’è innescata la paura: l’effetto che i terroristi volevano creare lo abbiamo avuto noi”. Minniti è intervenuto sui fatti di Torino, dove il panico che si è scatenato in piazza San Carlo la sera della finale di Champions League ha provocato oltre 1500 feriti, spiegando che è necessario studiare nuovi metodi di prevenzione per evitare il ripetersi di situazioni del genere. La formula con cui farlo è “far coincidere la safety e la security”, ovvero “l’incolumità dei cittadini e la sicurezza in modo”, ha spiegato in un colloquio con La Stampa. Minniti in particolare dice di elaborare una nuova dottrina di sicurezza per “proteggere i cittadini dalla paura”. Bisogna battere una “psicosi che genera ansie e che mette a rischio l’incolumità dei cittadini e crea un problema di sicurezza”. Il ministro dell’Interno ha quindi fatto riferimento a una “gestione integrata della piazza” da parte di “forze dell’ordine assieme a Protezione civile, Vigili del fuoco e vigili urbani”.

Ricostruire la verità di sabato sera a Torino per la finale Champions – Nella giornata di ieri il ministro ha visitato negli ospedali di Torino alcuni dei feriti delle ondate di panico della sera del 3 giugno scorso. Ha inoltre incontrato i due salvatori, Mohamed Gueye e Federico Rappazzo, del piccolo Kelvin, il bimbo di sette anni ancora in prognosi riservata ma in miglioramento. “Sono qui a Torino perché l’Italia vuole essere vicina ai feriti e ai soccorritori”, ha detto Minniti. “Mi sono reso conto del lavoro straordinario che il sistema sanitario di Torino ha svolto quella notte. Certo qualcosa non ha funzionato. Bisogna ricostruire nel dettaglio affinché non si ripeta più, né a Torino né in altre parti del Paese”, ha aggiunto. Per il ministro non è il momento di dire di chi è la colpa di ciò che è accaduto ma “ricostruire la verità storica di quella notte porterà a migliorare la sicurezza di tutti gli italiani”.

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