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Torino, Esmeralda investita e ucciso nel parcheggio del San Giovanni Bosco: indagato anche il papà

Gli vengono contestati i reati di abbandono di minore e omicidio stradale in cooperazione colposa. Si tratta di un atto di garanzia. Sarà la consulenza tecnica a ricostruire la dinamica dell’incidente avvenuto lo scorso agosto nel parcheggio del nosocomio del capoluogo piemontese.
A cura di Biagio Chiariello
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Il parcheggio dell'ospedale San Giovanni Bosco di Torino
Il parcheggio dell'ospedale San Giovanni Bosco di Torino

Salgono a tre gli indagati per la morte di Esmeralda, la bimba di due anni investita e uccisa lo scorso 12 agosto da un'auto in manovra al parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Anche il nome del papà della piccola è stato iscritto dal pm Davide Pretti nel registro degli indagati.

L'uomo, che si era peraltro reso protagonista di un pestaggio ai danni di un giornalista all'esterno del nosocomio, deve rispondere di cooperazione colposa in omicidio stradale e di abbandono di minore. Sono gli stessi reati contestati anche alla moglie Cristina. La Procura di Torino indaga per omicidio stradale anche la 57enne operatrice socio sanitaria che era al volante di una Fiat 500 L, l'auto che ha investito la bambina.

A chiarire gli eventuali gradi di responsabilità sarà comunque la consulenza tecnica che dovrà ricostruire la dinamica dell’incidente e lo stato del luogo: velocità dell'auto, traiettoria e visibilità, considerando l’altezza della bambina. L’accertamento irripetibile verrà conferito dal pm Davide Pretti.

Secondo i familiari della vittima, entrambi i genitori sarebbero stati nei pressi di Esmeralda al momento dei fatti. La famiglia aveva infatti trasferito nell'area del parcheggio del San Giovanni Bosco il camper per poter assistere un parente ricoverato in Cardiochirurgia.

La bimba non era morta sul colpo, ma purtroppo, nonostante l'intervento dei medici, non è stato possibile salvarle la vita. Il suo cuore ha smesso di battere al Regina Margherita, dove era stata trasferita a causa di un arresto cardiaco. Anche l'operatrice sanitaria era al pronto soccorso, in stato di choc, dopo che alcuni parenti di Esmeralda l'avevano aggredita.

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