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Torino, arrestato il sospetto terrorista Halili Elmahdi: accusato di appartenere all’Isis

Halili Elmahdi, 29enne marocchino, è stato arrestato questa mattina in seguito a un’operazione condotta dalla Digos di Torino. È considerato l’autore dei primi testi di propaganda jihadista scritti in italiano.
A cura di Davide Falcioni
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Halili Elmahdi, marocchino di 29 anni considerato l'autore dei primi testi di propaganda jihadista scritti in italiano, è stato arrestato questa mattina in seguito a un'operazione condotta dalla Digos di Torino. L'uomo, naturalizzato italiano, è accusato di essere un aderente allo Stato Islamico. In manette era finito già due volte, nel 2015 e nel 2018 quando viveva a Lanzo, nel torinese, sempre con l'accusa di terrorismo e di legami con il Daesh, di cui portava avanti una campagna di radicalizzazione e reclutamento condotta sul web. Dopo la condanna gli era stata tolta la cittadinanza italiana e a fine luglio del 2023 era stato scarcerato, ma per intoppi burocratici non era stato espulso. Secondo gli inquirenti durante la sua detenzione avrebbe rafforzato il suo credo fondamentalista, assumendo sempre più atteggiamenti violenti, all'interno del carcere, ma anche dopo quando è tornato il libertà.

Dopo essere stato abbandonato dalla famiglia negli ultimi mesi Halili Elmahdi avrebbe vissuto prevalentemente in strada, a Torino, in condizioni di disagio sia materiale sia psicologico, tanto che anche l'imam del capoluogo piemontese Gabriele Iungo si era preso a cuore il destino del giovane facendosi carico anche dei suoi bisogni essenziali. "Per ovvie ragioni umanitarie – aveva spiegato a Dire – ma anche per monitorare la sua situazione ed evitare che emarginazione, disagio e influenze ideologiche lo possano spingere, tanto più in un periodo in cui le tensioni in Medio Oriente sono al loro apice, a compiere gesti violenti e irreparabili". L’imam di Torino aveva fatto appello alle istituzioni locali e nazionali affinché al 29enne venisse fornito un "supporto assistenziale immediato".

L’appello di Iungo era stato rilanciato anche dal presidente dell'Unione delle comunità islamiche d’Italia, Yassine Lafram, che aveva chiesto in particolare al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, di interessarsi "con celerità" della vicenda del giovane italo-marocchino. "È evidente che attenuare e porre rimedio alle condizioni di privazione in cui il giovane è relegato costituisce non soltanto un dovere umanitario, ma anche e soprattutto un’esigenza urgente legata alla tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza dei nostri concittadini, affinché il ragazzo, disagiato e abbandonato a se stesso, non rappresenti un pericolo per sé e per gli altri".

L'arresto di Halili Elmahdi quindi affonda le radici in mesi e mesi di abbandono. E la sua radicalizzazione sarebbe avvenuta in carcere. proprio lì, dove è stato riportato stamattina.

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