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Torino, a scuola non si potrà più portare il panino da casa: la decisione della Cassazione

Stop quindi al “panino da casa” per gli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado a partire dal prossimo mese di settembre: lo hanno deciso le sezioni unite della Corte di Cassazione, che ha così accolto il ricorso del Comune di Torino, ribaltando una precedente pronuncia favorevole ad alcuni genitori: “La mensa non è un diritto soggettivo”.
A cura di Ida Artiaco
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I bambini che frequentano le scuole di Torino non potranno più portare panini da casa per la pausa pranzo. Lo hanno deciso le sezioni unite della Corte di Cassazione, che ha così accolto il ricorso del Comune all'ombre della Mole, ribaltando una pronuncia favorevole ai genitori degli alunni che alla mensa preferivano il pasto portato da casa. In altre parole, tutti dovranno mangiare il cibo preparato dalla mensa scolastica. "Quest'ultima – si legge nella sentenza depositata oggi – non è un diritto soggettivo perché un diritto soggettivo perfetto e incondizionato all'autorefezione individuale, nell'orario della mensa e nei locali scolastici, non è configurabile".

La vicenda era stata sollevata da alcuni genitori a Torino, che avevano dato il via ad una battaglia legale cominciata tra il 2016 e il 2017 e terminata proprio con la sentenza della Cassazione che, sulla base di un ricorso presentato dal Ministero dell'Istruzione e del Comune di Torino, ha riportato la situazione indietro nel tempo. Dunque, stop quindi al "panino da casa" per gli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado a partire dal prossimo mese di settembre. "Alla luce del nuovo pronunciamento delle Sezioni Unite – ha commentato l'assessore all’istruzione Antonietta Di Martino – l'Amministrazione procederà a supportare le famiglie e le scuole nelle prossime delicate fasi organizzative che conseguono al suddetto pronunciamento". Attualmente infatti, diverse famiglie non si sono iscritte al servizio mensa. Per questo motivo, l'amministrazione garantirà loro la possibilità di farlo in un secondo momento".

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