Tiziana Ferrario: lettera ai giornalisti della Rai
"Nessuna lesa autonomia del direttore, nessun trionfo della gerontocrazia, nessun baronato, nessuna inamovibilità del conduttore. L'ordinanza, con la quale sono stata reintegrata nei ruoli che svolgevo al Tg1 prima della mia brutale rimozione, ha semplicemente stabilito che non posso stare senza lavorare e che mi devono essere assegnate mansioni adeguate alle mie professionalità di cui la conduzione è una componente molto importante".
Con queste parole la giornalista Tiziana Ferrario si è rivolta ai suoi colleghi del Tg1 in una lettera affissa in bacheca alla Rai. Con queste parole ha risposto alle numerose polemiche sollevatesi all'indomani del suo reintegro, stabilito dal giudice Maria Gabriella Marrocco del Tribunale del Lavoro di Roma. La Ferrario era stata rimossa dal suo incarico lo scorso aprile insieme ad altri due colleghi, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso. Augusto Minzolini, il direttore del Tg1, ha più volte giustificato la sua scelta, invocando la necessità di assumere volti nuovi, per rinvigorire e ringiovanire la conduzione. Il reintegro della Ferrario è stato commentato da Minzolini con queste parole: "Paolo Frajese ha condotto il Tg per 7 anni, Bruno Vespa per 5. Tiziana Ferrario invece lo ha condotto per 30 anni. Quale spazio possono avere le nuove generazioni in un’azienda in cui i ruoli si danno a vita? Azienda per la quale il rinnovamento e’ fondamentale. Quello che e’ normale negli altri Paesi, qui non lo e’ e resta il concetto che un ruolo rimane acquisito".
Il reintegro di Tiziana Ferrario non è stato accolto pacificamente, se si considera che la Rai ha già presentato ricorso. E così la giornalista ha deciso di scrivere una lettera ai colleghi, chiarendo la sua posizione e raccontando, inoltre, quanto duri siano stati questi mesi senza lavoro, quanto difficile sia stato imporre i suoi diritti, cosa è significato questo reintegro per lei e per tutti gli altri.
"Sono stati mesi di grande solitudine e di dolorosa umiliazione che ancora continua a causa delle dichiarazioni del direttore Minzolini. Umiliazione come giornalista, che si è vista all'improvviso estromessa senza una ragione professionale del lavoro quotidiano, e umiliazione come donna accusata pubblicamente sui giornali di essere vecchia e colpevole solo di avere lavorato 30 anni, in più ruoli nella stessa testata giornalistica." Quanto al ricorso, questo il suo commento: ""Speravo non accadesse perché preferirei concentrarmi sulle notizie e non sulle carte giudiziarie".
E ora provate a darle torto.