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“Ti vengo a toccare”, manager perseguita e molesta l’operaia: lei non denuncia ma azienda lo licenzia

Il caso a Firenze dove è arrivato ora anche davanti al Tribunale del lavoro a cui l’uomo ha fatto ricorso contestando il licenziamento per giusta causa. Il giudice però ha dato ragione all’azienda, ritenendo che la “gravità della condotta, dimostrata dalle chat WhatsApp, è tale da giustificare l’immediata interruzione del rapporto di lavoro”.
A cura di Antonio Palma
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“Se non ti tocco, se non ti bacio, non ce la faccio” e ancora “Vuoi sapere quante volte avrei voluto toccarti il culo oggi?” , sono solo alcuni dei messaggi a sfondo sessuale che un manager toscano inviava continuamente a una operaia della sua stessa azienda fiorentina, perseguitandola per mesi. Per questo l’uomo è stato licenziato in tronco dall’azienda per giusta causa anche se la donna non lo aveva mai denunciato all’autorità giudiziaria.

Il caso risale allo scorso anno ed è arrivato ora anche davanti al Tribunale del lavoro a cui l’uomo aveva fatto ricorso contestando il licenziamento per giusta causa. Come ricostruisce La Nazione, il giudice però gli ha dato torto, ritenendo che la "gravità della condotta – cioè quei comportamenti non graditi dalla destinataria dimostrati dalle chat WhatsApp – è tale da giustificare l’immediata interruzione del vincolo fiduciario a base del rapporto di lavoro".

Alla base del licenziamento, infatti, vi erano proprio i messaggi WhatsApp che la donna, stanca dei soprusi continui, aveva deciso infine di far vedere a responsabili e titolari dell’azienda. Dai messaggi era emerso un comportamento ossessivo del manager con esplicite richieste sessuali, andate avanti nonostante i ripetuti rifiuti della donna. L'uomo la importunava sul lavoro e addirittura pare avesse iniziato a seguirla anche fuori.

Probabilmente per paura di ripercussioni sul lavoro o forse per la soggezione nel rapporto gerarchico, la donna non lo aveva mai denunciato sopportando per lungo tempo. Come riporta Repubblica, la svolta quando l’uomo in due occasioni consecutive era sceso in fabbrica dagli uffici e aveva alzato la voce contro l’operaia.

L’intervento della capo reparto, infatti, aveva fatto scattare la segnalazione ai superiori che avevano convocato l’operaia per indagare. Lei infine aveva raccontato tutto mostrando le chat WhatsApp. L’indagine disciplinare, dopo aver acquisito i messaggi inviati all’operaia nell’arco di un anno, ha sentenziato il licenziamento del manager con la motivazione che “durante l’orario di lavoro, con frequenza assillante e anche più volte nella stessa giornata, cerca e si avvicina all’operaia, si intrattiene con lei, la distoglie dalle mansioni e la infastidisce con richieste e attenzioni che ci vengono riferite come non gradite e a rilevanza sessuale esplicita”.

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