The Guardian accusa la NATO: “Ha lasciato morire di fame e di sete nel mare decine di immigrati”
Decine di immigrati africani sono morti nel Mediterraneo dopo che unità militari europee e della Nato hanno apparentemente ignorato le loro richieste di aiuto. E' questa la grave denuncia apparsa oggi sul quotidiano britannico "The Guardian" secondo il quale un'imbarcazione che trasportava più di 70 persone, tra le quali donne e bambini, si sarebbe travata in balìa delle onde durante il tragitto che avrebbe dovuto condurre gli immigrati a Lampedusa.
Nonostante le richieste d'aiuto inviate dall'imbarcazione ad un elicottero ed a una nave da guerra della NATO, nessuno ha cercato di soccorrere i suoi occupanti, accusa il "The Guardian", e soltanto 11 persone che viaggiavano nella carretta del mare che è rimasta alla deriva, dal 27 marzo, per ben 16 giorni, sono riusciti a sopravvivere, mentre almeno 60 persone sarebbero morte di fame e di sete. "Ogni mattina, quando ci svegliavamo, trovavamo delle persone morte, che lasciavamo a bordo 24 ore prima di gettarli in mare", ha raccontanto Abu Burke, uno dei sopravvissuti.
Una scena che sembra ricordare quella dipinta da Théodore Géricault nella sua "Zattera della Medusa", quando 139 persone furono lasciate per 13 giorni su una zattera alla deriva. L'incubo sarebbe potuto finire il 29 o 30 marzo, quando l'imbarcazione ha incrociato una portaerei della Nato, molto probabilmente la francese Charles de Gaulle, la quale però avrebbe ignorato le richieste d'aiuto degli immigrati.
Padre Moses Zerai, un pretre eritreo che vive Roma, è stata una delle ultime persone contattate dall'imbarcazione prima che la batteria del telefono satellitare si scaricasse. "Oltre 60 persone sono morte perchè si è abdicato alle proprie responsabilità", ha denunciato il prete che ha aggiunto: "questo è un crimine, e un crimine non può rimanere impunito solo perchè le vittime sono migranti africani e non turisti su una nave da crociera".