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Test di Medicina 2024/2025

Test medicina, parte petizione contro il numero chiuso. I rettori non ci stanno: “Crolla la qualità”

È partita online una petizione contro l’accesso a numero chiuso alla Facoltà di Medicina che nel giro di qualche ora ha superato le 30mila firme. Ma rettori e medici frenano: “Immaginare un accesso generalizzato significa programmare di fatto un drastico crollo dell’indiscussa qualità dei corsi”.
A cura di Ida Artiaco
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Braccio di ferro tra studenti, medici e rettori sull'accesso a numero chiuso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Mentre i primi hanno lanciato una petizione, che ha superato al momento le 30mila firme per l'abolizione dell'ingresso programmato, i secondi hanno frenato gli entusiasmi, affermando che "immaginare un accesso generalizzato significa programmare di fatto un drastico crollo dell'indiscussa qualità dei corsi".

Ma procediamo con ordine. Qualche giorno fa è apparsa in rete un petizione rivolta al ministro dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, che nel giro di qualche ora ha ottenuto migliaia di firme, che si sono andate ad aggiungere alle decine di ricorsi che ogni anno vengono presentati dai candidati che non superano il test di ingresso.

In particolare, si fa esplicito riferimento alla nuova versione dei test che dalla primavera scorsa si possono sostenere più volte in modalità Tolc (acronimo per Test Online Cisia): le domande non sono più uguali per tutti ma vengono selezionate automaticamente e casualmente dal database Cisia. Un meccanismo che è all’origine del ricorso presentato qualche settimana da uno studio legale di Roma.

La petizione ha però spinto il presidente della Crui, la Conferenza dei rettori, Salvatore Cuzzocrea, a intervenire personalmente per mettere ordine nel dibattito che va avanti ormai da anni e che si è intensificato negli ultimi giorni. "Immaginare un accesso generalizzato alla facoltà di Medicina significa programmare di fatto un drastico crollo dell'indiscussa qualità dei corsi che in Italia formano medici e chirurghi, e minare il riconoscimento europeo della laurea stessa", ha spiegato Cuzzocrea.

Il quale ha poi aggiunto: "Le università hanno già fatto uno sforzo incredibile per estendere i numeri di coloro che ogni anno accedono ai corsi di laurea in Medicina. Un'apertura tarata sulle necessità del sistema sanitario è già in atto: nei prossimi 7 anni i posti cresceranno infatti di 30mila unità".

Quest'anno, infatti, i posti disponibili in tutta Italia sono circa 20mila destinati agli aspiranti camici bianchi, quattromila in più dell'anno accademico precedente. La petizione, però, non è piaciuta neppure all'Ordine dei medici.

"È un’iniziativa che non ci convince nel metodo né, tantomeno, nel merito — ha commentato il presidente Fnomceo, Filippo Anelli —. Nel metodo perché non è certo attraverso una petizione online che si può decidere una riforma cruciale e con ricadute sull’intera società come è quella della formazione dei medici. Nel merito, far saltare, tout court e senza correttivi, il numero programmato significherebbe, come più volte rimarcato, consentire a tutti di poter accedere a Medicina, senza salvaguardare la qualità della formazione, che oggi il mondo ci invidia".

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