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Test di Medicina 2024/2025

Test di Medicina abolito: la proposta e le novità per il 2020

Test di Medicina addio: la proposta di abolizione della prova d’ingresso è al vaglio della Commissione cultura e istruzione alla Camera, di cui è relatore Manuel Tuzi, deputato del Movimento 5 Stelle: tra le novità della riforma, il potenziamento dell’orientamento per gli aspiranti camici bianchi a partire dal terzo anno delle superiori e la selezione al secondo anno raggiungimento di un numero minimo di crediti agli esami e tramite un test cosiddetto “a soglia”.
A cura di Ida Artiaco
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Il test d'ingresso alla facoltà di Medicina potrebbe essere abolito già a partire dal 2020. Al momento si tratta solo di una proposta allo studio della Commissione cultura e istruzione alla Camera, ma l'idea fa già gola alle centinaia di migliaia di candidati che ogni anno partecipano alla prova sperando di immatricolarsi e di realizzare il sogno di indossare il camice bianco. È probabile che il testo approdi nell'aula di Montecitorio per la sua discussione "già tra gennaio e marzo" prossimi. Solo lo scorso settembre più di 60mila studenti hanno provato ad accaparrarsi uno degli 11.658 posti a disposizione. La rivoluzione a cui si sta pensando dovrebbe partire dalla scuola superiore e arrivare fino all'università e alla specializzazione. L'obiettivo è comunque eliminare definitivamente non solo il numero chiuso per l'accesso ai corsi universitari ma anche i numerosi ricorsi che i non idonei avanzano al Tar. Ecco, di seguito, tutte le novità prevista dalla proposta di legge sull'abolizione del test di Medicina 2020.

Cosa prevede la proposta di abolizione del test di Medicina 2020

Secondo la proposta al vaglio della VII Commissione della Camera dei Deputati, di cui è relatore Manuel Tuzi, deputato del Movimento 5 Stelle, e che si ispira al modello francese, la rivoluzione comincerebbe già a partire dall'orientamento. I ragazzi, già dal terzo anno delle superiori, potranno usufruire di corsi online con tanto di prova di autovalutazione per avere la piena consapevolezza delle loro capacità. In altre parole, gli studenti aspiranti camici bianchi potranno avere una piena consapevolezza delle loro capacità e capire se la facoltà di Medicina fa effettivamente al caso loro."I corsi online saranno pubblici e gratuiti – ha spiegato Tuzi  – e andranno a contrastare quella spesa incredibile a carico delle famiglie che arriva anche a cinquemila euro tra corsi privati a pagamento e libri di testo solo per prepararsi al test. Si tratta di una speculazione inaccettabile". Cosa succede dopo? "Dopo un corso di 100 ore e l’ottenimento dell’attestato di partecipazione attraverso dei moduli di autovalutazione, lo studente accede al primo anno di medicina: un anno di lezioni teoriche, per evitare il sovraffollamento dei laboratori che non potrebbero reggere un elevato numero di studenti, tutte di area medica che terminerà con un test di accesso al secondo anno".

Test di Medicina abolito, cosa succede al secondo anno

Dunque, la novità più importante della riforma in discussione è questa: la selezione avviene al secondo anno. Il primo anno sarà, dunque, comune per Medicina, Odontoiatria, Chimica e Tecnologie farmaceutiche, Farmacia, Biologia e Biotecnologia. Poi, alla fine del primo anno, avviene la selezione attraverso il raggiungimento di un numero minimo di crediti agli esami e tramite un test cosiddetto "a soglia" per il quale chi ha ottenuto un voto minimo entra sicuramente in una delle facoltà. Il primo classificato ovviamente accede alla facoltà indicata come prima scelta e poi si va a scalare nelle altre. Un volta terminati i 6 anni, si passa alle specializzazioni: altra nota dolente per gli aspiranti specializzandi a causa del numero di borse sempre troppo scarso rispetto alle necessità. "Prevediamo due o tre test di accesso all’anno – ha sottolineato ancora Tuzi – rispetto alla data unica attuale che provoca un’attesa di circa 1 anno. Cambia il contratto, in cui l’università mantiene la regia della formazione ma avviene una migliore regolamentazione della rete formativa coinvolgendo gli ospedali del territorio, in grado di mantenere gli standard qualitativi. Inoltre gli ultimi due anni della specializzazione diventano ibridi: con contratti di formazione – lavoro a carico delle Regioni, con maggiori diritti e tutele per il lavoro degli specializzandi, mantenuta sempre sotto la supervisione del tutor. I fondi risparmiati dal ministero andranno a finanziare nuove e ulteriori borse".

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