Terrorismo, per Colosseo, Pompei e altri siti culturali un piano sicurezza da 300 milioni
Con l'allarme terrorismo dopo i fatti di Bruxelles scatta il piano sicurezza per monumenti e siti archeologici in Italia. Si chiama "Progetto speciale di sicurezza nazionale", ed è stato messo a punto dal ministero dei Beni Culturali. Si tratta di un piano su due livelli: uno da attuare in piena emergenza, e uno "spalmato" su più anni. L'obiettivo è garantire l'incolumità dei visitatori, dei turisiti e anche dei numerosi siti d'interesse artistico o archeologico presenti nel nostro paese. Il livello "uno" del piano è quello che scatta in caso di attacco terroristico, e prevede il lavoro di una task force organizzata delle prefetture in stretto coordinamento con i soprintendenti e con i direttori dei musei. Al secondo livello, invece, c'è un finanziamento di 300 milioni di euro da utilizzare in tre anni – fino al 2018 – per un programma a lungo termine. I soldi vengono dal fondo tutela del patrimonio e, come ha spiegato Antonella Recchia, segretario generale del ministero dei Beni Culturali e responsabile del piano, il Mibact ha iniziato già a spenderne cinquanta milioni.
La direzione è quella della sicurezza: ci sono una ventina di siti dei beni culturali che sono stati valutati come "più a rischio". Tra questi ci sono il Colosseo, gli Uffizi di Firenze, gli scavi di Pompei, la Reggia di Caserta, l’Accademia di Brera, la Galleria Accademia di Venezia, Capodimonte. In queste aree sono state moltiplicate le misure d'attenzione: ad esempio si è rafforzata la vigilanza, aumentato le unità di polizia e carabinieri, installato metal detector, implementato la rete di telecamere. "La videosorveglianza si svolge sia all’interno dei siti sia all’esterno e ci siamo attrezzati per avere i mezzi più all’avanguardia possibile", ha spiegato Recchia. All'ingresso del Colosseo sono stati installati alcuni metal detector del tipo di quelli presenti negli aeroporti; negli Uffizi è stata rafforzata la presenza di esercito e carabinieri, così come a Pompei. La lista di tutti i siti non è nota, così come non lo sono i particolari delle misure. "Non possiamo svelare tutti i dettagli del nostro piano sicurezza, significherebbe vanificare il piano stesso", ha spiegato Recchia. Oltre alla ventina di siti sensibili, comunque, ce ne sono altri in cui si sta mettendo a punto un "secondo livello di attenzione". Si tratta di standard minimi di innalzamento di sicurezza, che coinvolgeranno in tutto 150 aree d'interesse artistico o archeologico in tutto il paese.