Terrorismo e jihadisti in Italia, interviene anche Bankitalia sulle operazioni sospette
Dopo l'allarme lanciato dal Ministero dell'Interno che ha espulso dall'Italia diversi soggetti legati al jihadismo islamico e ha sotto osservazione un altro centinaio di persone, sul pericolo terrorismo nel nostro Paese interviene anche la Banca D'Italia. Come riporta Repubblica, infatti, anche Bankitalia sarebbe stata coinvolta nella lotta al terrorismo islamico e in particolare nel contrasto ai finanziamenti alla jihad che partono dall'Italia. Sugli scambi di denaro sospetti sarebbe al lavoro un reparto specifico dell'Unità informativa frodi di Bankitalia, un team di esperti che dal 2009 ad oggi ha segnalato già un migliaio di transazioni monetarie, trecento nel biennio 2012-2013, dall'Italia verso i Paesi cosiddetti a rischio, cioè dove sono in corso guerre o dove la presenza dei fondamentalisti è più radicata, come la Siria, lo Yemen, l'Iraq o il Pakistan. Lo scopo è quello di individuare i flussi di denaro che vanno a finanziare gruppi legati ad Al Qaeda o lo Stato Islamico. L’obiettivo finale è cercare di capire se le operazioni siano meritevoli di accertamento anche da parte dell’autorità giudiziaria.
Il problema dei money transfer
Un lavoro molto difficile visto che i soldi che passano attraverso i canali ufficiali e quindi segnalati sono spesso somme esigue, per un totale negli ultimi quattro anni che non supera i dieci milioni di euro. Gli esperti di Bankitalia temono infatti il metodo dei money transfer, ma anche il frazionamento dei pagamenti. È stato documentato che alcuni soggetti legati ai combattenti islamici facevano più volte lo stesso versamento sotto la soglia stabilita per la segnalazione delle banche, oppure molte persone mandavano soldi ad uno stesso soggetto in Paesi esteri.