Terrorismo, chiesti 5 anni di condanna per la sorella di Fatima, foreign fighter italiana
Cinque anni e quattro mesi di condanna per Marianna Sergio, la sorella della presunta jihadista italiana Maria Giulia, convertitasi all'Islam con il nome di Fatima. La richiesta è arrivata quest'oggi nel corso del processo nell'aula bunker del carcere di San Vittore, a Milano, dove, con l'accusa principale di terrorismo internazionale, sono imputati anche altri famigliari di quella che sarebbe la prima "foreign fighter" italiana. Il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli e il pubblico ministero Paola Pirotta hanno chiesto condanne a 4 anni e 2 mesi e 3 anni e 2 mesi per Arta Kakabuni e Baki Coku, due zii del marito albanese di Fatima, Aldo Kobuzi, che secondo l'accusa si troverebbe in Siria assieme alla moglie per combattere al fianco delle milizie dell'Isis.
Chieste in totale 5 condanne per i famigliari di Fatima
Altre due condanne a 2 anni e 4 mesi e 2 anni e 6 mesi sono state chieste per i coniugi albanesi Dritan e Lubjana Gjecaj, che avrebbero fornito appoggio logistico a Fatima e al marito per il loro viaggio in Siria. Per la ragazza di origini campane e il marito i rappresentanti della pubblica accusa hanno ribadito la richiesta di rinvio a giudizio già avanzata lo scorso novembre.
La sentenza prevista il 23 febbraio
Il processo nei confronti dei cinque imputati al momento a giudizio con rito abbreviato è aggiornato adesso al 22 febbraio, quando parleranno le difese. Martedì 23 dovrebbe invece arrivare la sentenza del giudice per l'udienza preliminare Donatella Banci Buonamici, che si dovrà esprimere anche sulle altre richieste di rinvio a giudizio avanzate dall'accusa: oltre a Fatima e al marito, rischiano il processo il padre di Fatima, Sergio Sergio, la madre del marito Donika Coku e Haik Bushra, una canadese di 30 anni che avrebbe avuto un ruolo decisivo nel presunto arruolamento di Fatima e della sorella Marianna all'interno delle milizie dello Stato islamico. La madre di Fatima, che era stata arrestata assieme al marito e poi posta ai domiciliari, è deceduta a ottobre dello scorso anno.