video suggerito
video suggerito

Terrorismo, Alfano: “Espulso presidente centro islamico di Ferrara”

Secondo il Viminale “svolgeva un’attività di proselitismo rivolta ai fedeli con un linguaggio denso di tratti di fanatismo e consultava online, freneticamente, siti con contenuti riferibili allo Stato Islamico, dimostrando una chiara insofferenza nei confronti della cultura occidentale”. A Brescia fermato e poi espulso un uomo tunisino autore di una serie di telefonate anonime in cui annunciava il proposito di entrare in tribunale armato e dar vita a un conflitto a fuoco con i militari.
A cura di C. T.
1 CONDIVISIONI
Mafia-Alfano

Ancora due espulsioni dall'Italia. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha fatto sapere di aver fimato un altro decreto di allontanamento dal nostro paese "per motivi di sicurezza dello Stato", che fa salire il numero totale dal 2015 a 108, di cui 42 nell'anno in corso. Stando a quanto dichiarato dal titolare del Viminale si tratta di un cittadino albanese, presidente del Centro islamico di Ferrara. "Dopo una serie di attente indagini portate avanti dalla Polizia di Stato, abbiamo accertato che aveva assunto la presidenza del Centro di cultura islamica del capoluogo estense con lo scopo di favorire la diffusione di una pratica religiosa particolarmente rigorosa", ha spiegato Alfano, che ha dichiarato di aver deciso per l'espulsione "perché svolgeva un'attività di proselitismo rivolta ai fedeli con un linguaggio denso di tratti di fanatismo e consultava online, freneticamente, siti con contenuti riferibili allo Stato Islamico, dimostrando una chiara insofferenza nei confronti della cultura occidentale e un forte astio contro i Paesi sostenitori della coalizione internazionale. Il nostro lavoro di prevenzione riveste una grande importanza nel contrasto al terrorismo. Proseguiamo, quindi, su questa strada perché la prevenzione è uno degli strumenti essenziali per diminuire il livello di rischio nel nostro Paese".

A Brescia, invece, è stato fermato e poi espulso un uomo tunisino di trentadue anni, autore di una serie di telefonate anonime in cui annunciava il proposito di entrare in tribunale armato e dar vita a un conflitto a fuoco con i militari che sorvegliano all'esterno del Palazzo di Giustizia. A casa dell'uomo – che stava affrontando problemi economici – sono state trovate una pistola scacciacani e munizioni. L'ultima telefonata, quella che ha fatto scattare il fermo e l'espulsione dalla questura di Brescia – è stata al suo legale, al quale ha spiegato di essere pronto "a fare un gesto del quale tutti chiederanno perché". Intenzioni che il trentaduenne avrebbe confermato anche davanti al giudice.

1 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views