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Terremoto: perché l’Ingv ha rivisto magnitudo

Si sono susseguite in queste ore ridicole teorie complottiste sulla magnitudo del terremoto delle 7.40 nel centro Italia. Ma per i sismologi non c’è alcuna anomalia né alcuna stranezza: rivedere l’entità di un sisma sulla base di una scala di valori è una azione prevista dai protocolli.
A cura di Redazione
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C'è chi, come al solito, facendo correre la lingua davanti al cervello, ha gridato al complotto. Ma ci sono ragioni note agli addetti ai lavori e a chiunque di buon senso si prenda la briga di documentarsi, alla base delle molteplici ‘revisioni' della magnitudo ufficiale dei terremoti gravi come quello di oggi nel Centro Italia.

Lo spiegano i tecnici dell'Ingv, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Il terremoto delle 7.40 di oggi 30 ottobre è stato inizialmente stimato in magnitudo 7.1, poi dichiarata da Ingv in 6.1 poi rivista dallo stesso istituto in 6.5 scala Richter. Scrive l'Ingv in una nota: "L’epicentro di questo terremoto è ubicato tra le province di Macerata, Perugia e Ascoli Piceno, a 7 km da Castelsantangelo Sul Nera, 5 km da Norcia e 17 km da Arquata del Tronto. Il valore della magnitudo calcolata inizialmente in 6.1 e poi in 6.5 è ancora suscettibile di modifica". Motivo? Si è trattato di scosse telluriche "a grappolo" una dietro l'altra, difficili da stimare con precisione nel tempo in un tweet. E comunque gli studiosi rivedono per protocollo ogni scossa rilevante per dare una magnitudo ufficiale ma non è detto che quest'ultima arrivi instantaneamente.

Molte persone hanno ipotizzato stramberie anche perché questa scossa è considerata nello sciame delle precedenti e tuttavia più forte di quella del 26 ottobre. La convinzione è che le scosse successive siano sempre di entità minore. Ma anche in questo caso i complottisti stiano a bada: per i sismologi non è un'anomalia: "non c'è una norma, sappiamo che in passato sono avvenute cose simili", ha detto il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Insomma non c'è una regola certa sull'entità delle scosse-repliche di un sisma, né tanto meno la possibilità di stabilire con una app l'esatta magnitudo di qualsiasi evento tellurico in pochi attimi.

Dopo quanto tempo viene data comunicazione del sisma?

Lo spiega proprio Ingv: "In 2 minuti da un evento è possibile avere una prima stima della posizione dell’epicentro, della profondità e della magnitudo del terremoto. Questa valutazione avviene in modo automatico e si basa sui dati inviati dalle stazioni sismiche più vicine all’evento". Dopo 5 minuti sono invece disponibili i sismogrammi e poi la magnitudo precisa viene comunicata al Dipartimento della Protezione Civile entro 30 minuti dall’evento "in media dopo circa 10-15 minuti". Avverte l'Ingv, "Per alcuni eventi i tempi possono essere un po’ più lunghi ma mai oltre i 30 minuti".

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Lo schema dei tempi di comunicazione del sisma, fonte Ingv
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