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Terremoto, paura nel Centro-Italia: tre scosse nelle Marche, superata magnitudo 4

La terra torna a tremare nel Centro-Italia: tre scosse di terremoto si sono susseguite nel giro di pochi minuti nelle Marche. Nella notte una scossa anche in Abruzzo.
A cura di Susanna Picone
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Torna la paura nel Centro-Italia a causa del terremoto. Nella serata di giovedì tre scosse si sono susseguite nel giro di mezz'ora nelle Marche. La prima, di magnitudo 3.5, è stata registrata con epicentro a Preci alle 23.09 dai sismografi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Poco dopo, rispettivamente alle 23.16 e 23.19, sono stati registrati altri due eventi di magnitudo 4 e 4.1 sempre nel Maceratese ma con epicentro a Visso. Le scosse di terremoto sono state distintamente avvertite dalla popolazione, anche quella più leggera avvenuta a 8 chilometri di profondità è stata percepita in una vasta area fino a Foligno. Gli altri comuni dell’epicentro, segnala l’Ingv, sono Monte Cavallo, Ussita, Fiordimonte e Pievetorina. Per il momento, comunque, non sono stati registrati danni. Un'altra scossa di terremoto, di magnitudo 3.4, è stata registrata alle 3.42 con epicentro a tre chilometri a nordest dell'abitato di Pizzoli (L'Aquila), a una profondità di 13 chilometri.

La lettera di 13 sindaci al premier: “Ricostruzione non c’è”

Intanto ieri tredici sindaci del Maceratese hanno firmato una mail inviata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per denunciare ritardi ed inefficienze. “La ricostruzione non c'è, e non ci sono neanche i presupposti perché ci sia in futuro, se le premesse continueranno a essere queste”, è quanto si legge nella mail firmata dai sindaci di Camerino, Castelsantangelo sul Nera, Ussita, Bolognola, Camporotondo, Caldarola, Castelraimondo, Esanatoglia, Fiastra, Fiuminata, Pieve Torina, San Severino, Serravalle del Chienti. Nella lettera i sindaci affermano che “la questione riveste carattere di particolare urgenza” e confidano “in un tempestivo riscontro, necessario per un corretto e rispettoso rapporto tra le istituzioni”. Parlano di ritardi e inefficienze nella gestione dell'emergenza e mettono  anche l'accento sui servizi che ancora mancano. “Il territorio sta morendo. Non siamo più disposti ad accettare contentini o mediazioni”, ha detto all’Ansa il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci.

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