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Terremoto, lotteria ricostruzione: pochi fondi per realizzare future città antisismiche

Il commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, ha stanziato solo 3,7 milioni di euro per la Microzonazione Sismica, uno strumento di primaria importanza per stabilire come e dove ricostruire le città distrutte dai terremoti dello scorso anno.
A cura di Davide Falcioni
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Quella della ricostruzione delle città e dei borghi distrutti dai terremoti del 2016 rischia di diventare una vera e propria lotteria. A quasi un anno dal terremoto del 24 agosto 2016 solo una minima parte delle macerie è stata rimossa e tra le decine di migliaia di sfollati serpeggia la sensazione che la ricostruzione durerà decenni. Come se non bastasse gli studi dei geologi, che dovranno stabilire come e dove ricostruire, stanno ottenendo finanziamenti di dieci volte inferiori a quanto occorrerebbe.

Cos'è la microzonazione sismica

E' il caso ad esempio della Microzonazione Sismica e a segnalarlo è stato il Coordinamento dei Comitati Terremoto Centro Italia: "Innanzi tutto è importante sapere che la Microzonazione è uno strumento di riduzione del rischio che consente di capire come si comporta il terreno a seguito di un’onda sismica. Queste prove consentono quindi di conoscere come devono essere ricostruite le nostre case su quel terreno per poter essere considerate sicure". Tali studi sono molto costosi ma da questi non si può prescindere se si vogliono restituire città più sicure: i geologi del Centro Microzonazione Sismica (CMS) devono eseguire un foro di 35 metri di profondità chiamato down hole e poi prove geofisiche e geotecniche di dettaglio che permettono di stabilire la mappa delle “microzone”, ognuna delle quali presenta una propria risposta sismica locale. Affinché i risultati siano dettagliati tali rilievi andrebbero effettuati sulla maggiore superficie possibile di area abitata. Non solo i centri delle città, ma anche le frazioni.

I fondi stanziati da Errani? Largamente insufficienti

Ebbene, per gli studi di Microzonazione Sismica l’ordinanza 24 di Errani ha stanziato complessivamente 3,7 milioni di euro per tutti i 140 comuni del cratere, ovvero 26.000 a testa. Visto che realizzare ogni rilievo costa non meno di 25mila euro, ciò significa ignorare le decine di frazioni: basti pensare che la sola Amatrice ne conta 69, tutte abitate. Spiega il coordinamento dei Comitati: "Come hanno evidenziato autorevoli geologi come il dottor Rodolfo Marcelletti – incaricato dal comune di Ussita della microzonazione di III livello – è emerso che i comuni che hanno molte frazioni abitate (come molti dei comuni del cratere), saranno costretti ad effettuare, vista la scarsità di fondi messi a disposizione, una sola prova down hole, scegliendo quindi un unico punto dove effettuare il buco. Per tutte le altre frazioni si farà finta che il terremoto non ci sia mai stato. Sempre secondo gli esperti, gli stanziamenti minimi per consentire un’indagine seria dovrebbero essere proporzionali al numero di frazioni abitate da monitorare. Il minimo stanziamento che eviti di considerare queste prove come l’ennesima farsa, dovrebbe essere, a loro avviso, non inferiore ai 30/40 milioni di euro (10 volte quanto stanziato)".

Il rischio concreto, secondo le decine di comitati che sono sorti negli ultimi mesi, è che la ricostruzione delle città distrutte possa essere solo parziale, ignorando numerose frazioni e luoghi che sono l'anima stessa delle montagne del centro Italia. A meno che, ovviamente, i proprietari delle abitazioni non decidano per il "fai da te", pagando di tasca proprio la microzonazione sismica…

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