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Terremoto, la storia di Augusto: in auto per 5 ore al giorno per accudire i suoi animali

Augusto Coccia è un allevatore e produttore di legumi che, come tanti, è stato costretto a lasciare Castelluccio di Norcia dopo il terremoto del 30 ottobre. Ha trovato riparo sulla costa, ma ogni giorno guida per due ore e mezzo all’andata e altrettante al ritorno pur di accudire i suoi bovini.
A cura di Susanna Picone
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Dal 30 ottobre scorso cinque ore della sua giornata, ogni giorno, Augusto Coccia le trascorre in auto, a guidare. Guida per raggiungere gli animali rimasti nella zona di Castelluccio di Norcia, la stessa che lui ha dovuto abbandonare dopo la forte scossa di terremoto di magnitudo 6.5. Quella di Augusto Coccia, sessantenne da quarantacinque anni allevatore e produttore di legumi, è una delle storie che arrivano dalle zone terremotate del Centro-Italia. Come tanti altri, l’imprenditore agricolo è stato costretto a lasciare Castelluccio di Norcia dopo il sisma e insieme alla moglie e un figlio di venti anni ha trovato riparo in uno degli alberghi di San Benedetto del Tronto, sulla costa adriatica. Ma spiega di non poter abbandonare i suoi bovini, che hanno trovato rifugio in una vecchia stalla di San Marco, frazione di Norcia, e così ogni giorno si mette in auto e ci resta per due ore e mezzo di strada all'andata e altrettante al ritorno. Nel suo paese fa freddo e la prima neve è già caduta e quindi ha rinunciato alle tende. “Per fortuna che insieme a un altro allevatore di Castelluccio – ha spiegato l’uomo – sono riuscito a trovare questa stalla, ma arrivare qui ogni giorno da San Benedetto del Tronto è molto dura. Sarebbe utile che ci fornissero un container, così potremmo evitare tutti questi continui spostamenti e mandare comunque avanti il lavoro”.

Uno dei problemi per l'allevatore rischia di essere quello del reperimento del fieno – L’allevatore deve naturalmente affrontare diversi problemi come ad esempio quello del reperimento del fieno. Il signor Augusto ha raccontato che aveva 800 rotoli ma che sono rimasti tutti a Castelluccio “e lassù non può andare a prenderli nessuno”. “Al momento usiamo il fieno dell'altro allevatore, poi speriamo che ci portino le scorte necessarie”, ha aggiunto spiegando che nel frattempo la vendita del bestiame si è fortemente rallentata. “Inevitabile – ha spiegato -: i vitelli prima di essere venduti devono essere visionati da chi li acquista e adesso non è possibile perché gran parte delle strade sono inagibili e chi è interessato al momento preferisce non venire in queste zone”. Per quanto riguarda la sua attività di produttore di legumi, Augusto ha detto di continuare la sua vendita online di lenticchie, farro e zuppe miste: “Sono riuscito a portare molti di questi prodotti a San Benedetto del Tronto – ha raccontato – e da lì con mio figlio cerchiamo di spedire gli ordini che ci sono arrivati”.

“Il 30 ottobre ho visto morire il mio paese” – L’allevatore ha ricordato anche, con la voce rotta dall’emozione, la devastante scossa del 30 ottobre. Quella mattina lui si trovava a Castelluccio di Norcia: “Ho visto morire il mio paese, le mie case”, ha spiegato, “ho visto scomparire Castelluccio davanti ai miei occhi, la strada sembrava travolgerti, una delle mie abitazioni dominava il borgo e all'improvviso l'ho vista sbriciolarsi in un cratere. Avevo vissuto anche il terremoto del 1979 e del 1997, ma mai mi era capitato di vivere dei momenti così. Da piccoli ci raccontavano dell'Apocalisse, noi di Castelluccio il 30 ottobre l'abbiamo vissuta”.

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