Terremoto L’Aquila: tangenti per la ricostruzione, 5 arresti
A cinque anni dal terribile terremoto che devastò L'Aquila ancora un nuovo caso di tangenti per la ricostruzione post sisma colpisce il capoluogo abruzzese. Questa volta nel mirino degli inquirenti il giro di affari tra imprenditori e funzionari pubblici per accaparrarsi appalti per il recupero di beni culturali ed ecclesiastici nel centro storico dell'Aquila. Un'inchiesta condotta da Polizia e Guardia di finanza, infatti ha portato al luce un presunto giro di mazzette che riguardano la ricostruzione e il consolidamento di alcuni beni ecclesiastici e di altri beni culturali di particolare rilievo storico-artistico pesantemente danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009. Su quei soldi e quegli appalti per la ricostruzione secondo gli inquirenti avevano messo gli occhi alcuni imprenditori cercando e trovando una sponda tra alcuni funzionari del ministero che favorivano le aggiudicazioni dietro pagamenti di tangenti. Per questo sono finiti in manette cinque persone destinatarie di altrettante misure di custodia cautelare emesse dal Gip di L'Aquila Giuseppe Romano Gargarella.
L'inchiesta sugli appalti a L'Aquila
Gli arresti, due in carcere e tre ai domiciliari, sono scattati questa mattina da parte delle forze dell'ordine nei confronti nei confronti di un funzionario del Mibac, di un professionista e di tre imprenditori. Per loro le accuse a vario titolo sono di corruzione, falso, turbativa d'asta, millantato credito ed emissione e utilizzo di fatture inesistenti. I provvedimenti sono arrivati al termine di una complessa e lunga indagine sulle procedure per l'assegnazione degli appalti coordinata dal procuratore della Repubblica Fausto Cardella e dai sostituti Antonietta Picardi e David Mancini. L'inchiesta, condotta congiuntamente dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza e dalla Squadra Mobile della Questura dell'Aquila, aveva avuto già una prima fase nei mesi scorsi con l'iscrizione nel registro degli indagati di alcuni imprenditori, professionisti e funzionari pubblici.
Comitato d'affari per la ricostruzione dei beni culturali
Tra le persone in carcere secondo quanto si apprende c'è Alessandra Mancinelli, funzionario dipendente della Direzione regionale dei Beni culturali e paesaggistici per l'Abruzzo. Ai domiciliari invece è finito Luciano Marchetti, ex direttore generale dei Beni culturali e Paesaggistici per l'Abruzzo, e già vice commissario alla ricostruzione post-terremoto per i beni culturali. Gli inquirenti parlano di un vero e proprio "comitato d'affari" formato da funzionari regionali, imprenditori e professionisti, che si accordavano per accaparrarsi i lavori pubblici per ricostruire o restaurare luoghi di culto ed abitazioni danneggiate dopo il sisma dell'aprile 2009. Nella stessa inchiesta oltre agli arrestati ci sarebbero anche altre decine di indagati sottoposti questa mattina anche a perquisizioni.