Terremoto L’Aquila, la Protezione civile rivuole i soldi dai parenti delle vittime
Amara sorpresa questa Pasqua per alcuni dei familiari delle vittime del terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009. A pochi giorni dal sesto anniversario del disastro, la Protezione Civile infatti ha inviato un "atto di messa in mora e intimazione di pagamento" ai familiari delle vittime in cui viene chiesta la restituzione dei soldi delle provvisionali decise a suo tempo dal giudice dopo la condanna in primo grado dei sette membri della commissione Grandi Rischi. Nel 2012, infatti, i componenti della commissione Grandi Rischi furono condannati per omicidio e lesioni colpose per aver sottovalutato il rischio di un grave terremoto rassicurando la popolazione e lo Stato fu condannato a risarcire immediatamente i familiari delle vittime. Alcuni di loro incassarono il dovuto, ma nel novembre scorso il verdetto è stato ribaltato in appello e ora la Protezione civile rivuole subito indietro quei soldi senza attendere la decisione della Cassazione, alla quale è stato presentato ricorso.
L'atto di messa in mora
"Alla luce della pronuncia della Corte d’appello del 12 novembre 2014, in parziale riforma della prima sentenza… si invita e si diffida alla restituzione delle somme percepite e a corrispondere senza indugio e, comunque entro 30 giorni dal ricevimento della presente, alla presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento della Protezione civile, l’importo" si legge nell’atto firmato direttamente dal capo della Protezione civile, Franco Gabrielli. Alla somma sborsata vengono aggiunte anche le spese legali, pari ad oltre 5 mila euro, e gli interessi calcolati dal momento della sentenza di primo grado fino al 28 febbraio 2015. . Nell'intimazione della Protezione civile inoltre si avverte che in caso di ritardo o di inadempimento del pagamento, si procederà per il recupero forzato del credito. "Il versamento dovrà essere effettuato mediante bonifico a favore della Banca d’Italia… sul conto corrente… intestato alla Presidenza del Consiglio dei ministri" spiega ancora la nota, sottolineando che "al fine di comprovare il pagamento l’originale o copia della quietanza di versamento dovrà essere trasmessa immediatamente allo scrivente Dipartimento ed anticipata a mezzo fax…".
Gabrielli: "Fummo solerti anche a pagare"
Dopo le proteste delle famiglie delle vittime interessate dall'atto, Gabrielli si è difeso spiegando che le somme sono state pagate subito dopo la sentenza di primo grado e così adesso la protezione civile le rivuole subito indietro. "Come funzionario ho dalla mia una tempestività mai vista nell'applicazione della sentenza di primo grado senza aspettare la Cassazione: mi sembra ingiusto, perciò, che oggi si dica che dopo la sentenza di secondo grado avremmo dovuto attendere la Cassazione" ha dichiarato infatti Gabrielli, spiegando: "Non abbiamo chiesto indietro 7,8 milioni (il totale delle somme disposte dal giudice), ma abbiamo richiesto indietro, e sono circa 2 milioni, le somme solo per le persone per le quali non sono state riconosciute in secondo grado le responsabilità".