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Terremoto L’Aquila, la presunta truffa dei funerali: titolari impresa funebre a giudizio

L’accusa per Piero e Luciano Giustino Taffo è di aver fatturato servizi svolti da altre società alle quali si erano rivolte i parenti delle vittime, per ottenere il pagamento da parte della Prefettura e della Protezione civile.
A cura di Biagio Chiariello
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C'è una svolta nell'inchiesta sulla presunta truffa sui funerali solenni delle vittime delle 309 vittime del terremoto a L'Aquila del 6 aprile 2009. Il Gup del Tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella ha rinviato a giudizio Piero e Luciano Giustino Taffo, titolari dell'omonima impresa di onoranze funebri che opera anche a Roma, oltre che nel centro devastato dal sisma di 4 anni fa. Secondo le indagini della Compagnia della Guardia di Finanza de L'Aquila, l'impresa di onoranze funebri avrebbe fatturato (e non svolto) servizi effettuati da altre società alle quali si erano rivolte i parenti delle vittime: in particolare, nella documentazione l'accusa avrebbe portato alla luce fatture false per la fornitura di 29 bare e 20 servizi di trasporto. Peraltro, l'impresa Taffo avrebbe agito all'indomani dei tragici momenti del terremoto, su incarico diretto dell'ex prefetto Franco Gabrielli, in quanto è la ditta più grande della zona. L’importo della presunta truffa è stato quantificato, alla fine, in 20 mila euro. Già sequestrata ai Taffo.

A far scattare i sospetti sulle fatture false e le successive indagini, sono state le segnalazioni di alcuni parenti delle vittime dopo aver sostenuto le spese dei funerali privati svolti da altre ditte. Hanno quindi presentato rimborso. Quando l’inchiesta della Finanza è stata resa pubblica il caso ha suscitato sdegno e stupore ed è stato annoverato tra i più gravi tra i numerosi che sono scoppiati dopo il terremoto. Da parte loro, la ditta di onoranze funebri si difende:  "Abbiamo contestato in toto le indagini della Guardia di Finanza – ha detto l'avvocato Paolo Vecchioli, legale di fiducia dei Taffo -. Gli investigatori hanno svolto indagaini parziali, soltanto nei riguardi dei Taffo e non su altre ditte che hanno duplicato le fatture sulla stessa società che io assisto. I Taffo avevano un rapporto privilegiato con la pubblica amministrazione, con tanto di contratto che è stato ottemperato. Le altre società si sono inserite successivamente, con la scusa di apportare delle migliorie e invece si sono fatti pagare due volte".

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