video suggerito
video suggerito

Terremoto: in Italia c’è il rischio di disastri più alto di tutto l’Occidente

Secondo uno studio realizzato dallʼIstituto per lʼambiente e la sicurezza umana dellʼUniversità delle Nazioni Unite pesa, tra le altre cose, lʼinadeguatezza delle infrastrutture e della logistica.
A cura di Biagio Chiariello
53 CONDIVISIONI
Immagine

In Italia il rischio che una calamità naturale (come può essere un terremoto) si trasformi in un disastro è più alto di tutti gli altri grandi Paesi dell’Occidente: lo si evince dal World Risk Report 2016, elaborato dagli esperti dell’Istituto per l’ambiente e la sicurezza umana dell’Università delle Nazioni Unite (Unu-Ehs) in collaborazione con l’Università di Stoccarda e con le associazioni umanitarie tedesche del Bundnis Entwicklung Hilft.E questo non solo a causa dell'esposizione a eventi sismici o a rischi idrogeologici, ma anche per l'inadeguatezza delle infrastrutture e della logistica.

Il World Risk Report 2016 ha preso in considerazione la situazione di 171 Stati del mondo, combinando il rischio di calamità naturali (terremoti, maremoti, inondazioni, uragani, incendi e siccità) con la vulnerabilità delle popolazioni locali dovuta alle condizioni delle infrastrutture, alla logistica e ad altri fattori socioeconomici. La repubblica di Vanuatu nel Pacifico, Tonga e le Filippine occupano i tre posti. L’Italia si colloca al 119°, seguono poi gli Stati Uniti (127° posto), Regno Unito (131°), Germania (147°) e Francia (152°).

"Quando si tratta di portare aiuti dopo una calamità naturale – spiega Peter Mucke, responsabile del progetto World Risk Report – la sfida sta nel cosiddetto ‘ultimo migliò della catena logistica, cioè nell’organizzare i trasporti nonostante le strade e i ponti distrutti, e nell’assicurare un’adeguata distribuzione quando c'è carenza, ad esempio, di acqua, cibo e luoghi di accoglienza". "La comunità internazionale deve investire di più nella realizzazione e nello sviluppo di infrastrutture critiche prima che i disastri avvengano: solo così è possibile ridurre il rischio per le popolazioni e ammortizzare le perdite economiche", spiega Matthias Garschagen, direttore scientifico del rapporto. "Attraverso interventi mirati, l’impatto dei disastri può essere ridotto", aggiunge Torsten Welle, dell’Università di Stoccarda, "riconoscendo i propri punti deboli si possono imparare lezioni importanti".

53 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views