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Terremoto in Emilia, lo Stato vuole i soldi delle tasse da chi ricostruisce le scuole

Neanche la beneficenza sfugge al fisco. In Emilia, cittadini e studenti che hanno raccolto i fondi necessari per ricostruire una scuola distrutta dal sisma del 2012, si sono visti addebitare la cifra di 300mila euro: è l’Iva, sul bene ristrutturato.
A cura di Angela Marino
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Sembra proprio vero il proverbio che recita: "Le buone azioni non restano mai impunite". Dopo aver raccolto i fondi necessari alla ricostruzione de plesso scolastico distrutto dal sisma del 2012 in Emilia Romagna, genitori, studenti e cittadini di Cavezzo si sono visti addebitare la cifra di trecentomila euro per il pagamento della Imposta sul valore aggiunto sul bene ristrutturato. In Italia, infatti, i  privati che intendono ristrutturare a proprie spese un bene della comunità devono, versare allo stato la quota prevista per l'Iva, senza poter usufruire di alcuna agevolazione.

Sulle macerie del terremoto che ha colpito l'Emilia due anni fa, nella devastata solitudine degli sfollati romagnoli,  l' iniziativa solidale condotta con la collaborazione di Corriere.it e di TgLa7  – che hanno raccolto le sottoscrizioni dei cittadini – aveva permesso di costruire attrezzature  e parchi didattici per gli studenti rimasti senza scuola. Il progetto del nuovo plesso scolastico di Cavezzo era stato realizzato dallo studio di Carlo Ratti in conformità con le norme più aggiornate sulla sostenibilità ambientale e sull'edificabilità e prevede aule, giardini, un orto didattico, laboratori, una palestra e un learning garden. Anche la Regione e il Comune avevano offerto il loro contributo, insieme  agli insegnanti e ai  genitori dei seicento bambini che da due anni non hanno più una scuola.  L'archistar Renzo Piano, invece, ha messo a disposizione la sua professionalità, insieme ai giovani architetti della sua fondazione, offrendo gratuitamente la sua consulenza.

 A imprimere una battuta di arresto al progetto, però, scrive Corriere.it. è arrivata una tassa di trecentomila euro dell'Iva. Mentre si ragiona su come riformare il settore del no-profit, le associazioni che si impegnano a farsi carico della ristrutturazione di scuole, reparti di ospedali, centri sportivi, non solo non godono di nessuna agevolazione nel pagamento dell'imposta, ma sono spesso costrette ad arrestare i progetti per mancanza di fondi. In questo caso, per terminare i lavori del polo sportivo di Cavezzo, i responsabili hanno chiesto ancora un piccolo aiuto a quanti siano interessati a sostenere l'iniziativa che si è servita del conto "Un aiuto subito" presso la Banca Intesa San Paolo, che ha patrocinato l'iniziativa applicando uno scarsissimo tasso d'interesse.

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