Terremoto Emilia, oltre 13mila posti di lavoro a rischio
Il terremoto che ha colpito molte zone dell'Emilia Romagna non ha causato solo distruzioni e vittime, ma rischia di mettere in serio pericolo l'intera economia dell'area per i prossimi mesi. Nelle violenti scosse che anche ieri si sono ripetute nella zona del modenese, infatti, sono stati distrutti moltissimi capannoni industriali causando morti tra operai e titolari e la distruzione di macchinari e depositi di merci. La Confindustria ha stimato che a rischio ora sono almeno 13mila posti di lavoro solo nell'industria, per non parlare poi del settore agroalimentare, dei servizi e del commercio connessi alle attività delle fabbriche. Solo nella zona di Modena sono almeno 500 i crolli dei capannoni, su cui la magistratura ha aperto anche un'inchiesta, che hanno costretto i sindaci a dichiarare inaccessibile parecchie aree industriali. La cosa certa è che le attività subiranno uno stop quantificabile in almeno tre-quattro mesi, come ha avvertito il presidente di Confindustria Squinzi.
Resta da fare una stima dei danni – Il sisma in Emilia, come hanno ricordato dall'associazione degli industriali, ha colpito un'area che da sola "rappresenta circa il 10% del Pil dell'Emilia-Romagna e l'1% di quello nazionale". Anche per questo sono in molti a chiedere interventi rapidi al Governo attraverso sgravi fiscali affinché gli imprenditori riescano a risollevarsi in breve tempo per rilanciare l'economia della zona. I danni complessivi sono ancora da calcolare e oggi proprio nella sede di Confindustria a Medolla ci sarà un incontro tra imprenditori e protezione civile per stabilire procedure e calendari dei controlli. Dopo le vittime causate dai crolli, infatti, alle imprese è stata imposta la verifica dell'agibilità delle strutture da parte delle autorità, così oggi inizieranno le procedure per la richiesta dei controlli sulla solidità dei capannoni e i rilievi dei danni.
Danni ingenti anche nell'agroalimentare – Dani ingenti dal terremoto anche per il comparto agroalimentare che come ha calcolato la Coldiretti, ha subito danni per un totale di 500 milioni di euro tra stalle, fienili, macchinari distrutti e animali morti. Uno dei distretti agroalimentari più importanti per l'Italia, dove si produce ad esempio il Parmigiano, il Prosciutto di Parma e il Lambrusco e che rappresenta oltre il 10% del Pil agricolo del nostro Paese, rischia di rimanere fermo per mesi con rischi seri sull'occupazione e l'economia nazionale.