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Terremoto in Emilia del 20 maggio 2012

Terremoto Emilia, i soldi degli sms ancora fermi alla Banca d’Italia

Non è bastato l’accordo tra i governatori delle tre Regioni colpite dal sisma, i fondi restano bloccati da altri cavilli tecnici. Lo Stato li renderà disponibili solo quanto entrerà in possesso di tutti i quindici milioni raccolti, speriamo entro Natale.
A cura di Antonio Palma
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Terremoto in Emilia del 20 maggio 2012

Continua il lungo e tortuoso percorso del denaro donato dagli italiani ai terremotati dell'Emilia tramite sms, in pratica si è scoperto che i soldi non possono essere dati a tranche dunque ci vorrà ancora altro tempo prima che possano arrivare a destinazione. Una parte dell’iter burocratico fortunatamente è stato sbloccato, ma resta ancora un nodo da sciogliere prima che la Protezione civile possa utilizzare il denaro donato secondo le esigenze, e per il momento i soldi sono fermi alla Banca d’Italia. Il motivo di questo nuovo stop ce lo spiega il magazine Vita, in pratica dei 15 milioni raccolti solo 6 sono stati resi disponibili dalle compagnie telefoniche in quanto il resto arrivano da utenze con contratto e saranno disponibili solo tra ottobre e novembre. Per questo motivo bisognerà aspettare perché come spiega Raffaella Pizzi, dell’ufficio stampa della regione Emilia Romagna “non credo che lo Stato ci manderà i fondi a tranche”.

I soldi potrebbero arrivare a Natale – In pratica se le cose procederanno come previsto il denaro donato dagli italiani arriverà a destinazione solo verso Natale. Non è bastato quindi che i Presidenti delle tre Regioni colpite dal sisma, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, trovassero un accordo sulla ripartizione dei soldi e riuscissero a nominare un Comitato dei Garanti, come gli era stato richiesto, ora spuntano altri cavilli che hanno fatto diventare l'iter burocratico quasi infinito. Per ora possiamo solo sapere che quando i quindici milioni saranno messi a disposizione della Protezione civile all'Emilia-Romagna, quella maggiormente colpita dal sisma, andrà circa il 95% della somma raccolta che equivale a più di 14 milioni di euro, poco meno del 5% spetterà alla Lombardia e il restante 0,5% al Veneto.

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