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Terremoto, è il giorno della protesta: “Basta promesse, lo Stato è assente”

I terremotati hanno bloccato le strade con i trattori: chiedono l’indizione di una No Tax Area, un reddito sociale per i cittadini più vulnerabili, la possibilità di edificare moduli abitativi provvisori sui terreni privati e il sostegno concreto agli allevatori.
A cura di Davide Falcioni
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E' il giorno della prima importante protesta dei terremotati del Centro Italia. A più di sette mesi dal sisma che ha distrutto Arquata del Tronto e Amatrice causando quasi 300 morti, e a cinque mesi dalla più forte scossa degli ultimi 30 anni – quella che ha devastato buona parte dell'Appennino Maceratese e umbro – centinaia di persone hanno deciso di scendere in piazza nell'ambito di una mobilitazione organizzata in varie località del cratere e promossa dai comitati "Quelli che il terremoto" e "La terra Trema, noi no". Mentre una delegazione si è recata a Montecitorio per protestare ai piedi del Parlamento, moltissimi sfollati hanno deciso di bloccare le strade e indire presidi nelle città distrutte. Si è scesi in strada a Torrita di Amatrice e a Trisungo, frazione di Arquata del Tronto, dove è stato a lungo bloccato il traffico automobilistico lungo la via Salaria, importantissima arteria che collega le Marche a Roma. Proteste sono però state organizzate anche a Pieve Torina, in provincia di Macerata, Visso e Porto Sant'Elpidio.

I terremotati chiedono una maggiore attenzione da parte del governo e la messa in atto di una serie di iniziative che possano migliorare concretamente le loro condizioni di vita. A più di 200 giorni dal 24 agosto, infatti, dai luoghi distrutti dal terremoto non sono ancora state rimosse le macerie, mentre i moduli abitativi sono in gravissimo ritardo e gli sfollati spesso non hanno ancora percepito il contributo di autonoma sistemazione. Quelli ospitati negli hotel lamentano un trattamento da "pacchi postali" poiché – in vista della stagione turistica – gli albergatori chiedono di poter disporre di posti letto per villeggianti e non solo per terremotati.

Al centro delle rivendicazioni dei manifestanti la possibilità di allestire moduli abitativi provvisori sui terreni privati (con garanzia di rimozione a emergenza finita), proposta che di recente è stata però bocciata in Parlamento. Viene inoltre richiesta l'indizione di una "No Tax Area" che interessi tutta l'area del cratere, quella di un "reddito sociale" per i soggetti più vulnerabili e una soluzione definitiva e urgente ai problemi di agricoltori e allevatori. Nel pomeriggio, al termine delle proteste, i terremotati si sposteranno ad Amatrice per partecipare a un'assemblea presso lo "Spazio Solidale" costituito a fine agosto dalle Brigate di Solidarietà Attiva: in quella sede verrà stabilito come dare ulteriore sostanza alle rivendicazioni avanzate.

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