Terremoto Centro Italia, un’incognita la riapertura delle scuole
Sono settecento i bambini e ragazzi, che vanno dai tre ai diciannove anni, che non sanno né quando e né dove riusciranno a riprendere l'anno scolastico dopo il gravissimo sisma che ha colpito numerosi centri abitati di Lazio e Abruzzo, in particolare Amatrice e Accumoli nella provincia di Rieti e Pescara e Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno. Il terremoto dello scorso 24 agosto ha infatti provocato ingenti danni a tutto il patrimonio immobiliare delle due province, in particolare ha lesionato dieci isituti scolastici, di cui cinque in maniera irreversibile.
L'Istituto omnicomprensivo Romolo Capranica di Amatrice, per esempio, che lo scorso anno scolastico ha ospitato 16 classi per un totale di 230 studenti di ogni ordine e grado, è ormai distrutto e la struttura non può che essere abbattuta. Stessa sorte per la scuola materna ed elementare di Accumoli, inagibile, altri due istituti scolastici di Arquata del Tronto, siti nella frazione di Borgo e il complesso scolastico di Acquasanta, sempre in provincia di Ascoli Piceno. In tutto 350 studenti della provincia reatina e altrettanti della provincia marchigiana sicuramente non potranno essere ospitati nelle loro vecchie scuole e dovranno ricominciare il nuovo anno scolastico in altre strutture, ma al momento ancora non si sa dove verranno allestite oppure dove gli studenti – situazione stradale permettendo – verranno inviati a studiare, magari nelle scuole di paesini limitrofi. Questa seconda opzione, però, creerebbe un problema: a provvedere al trasporto degli studenti dovrebbe essere il comune di appartenenza, che sicuramente in questo momento non ha i fondi necessari per pagare questo tipo di servizio, oltre al fatto che numerosissime strade intorno ad Amatrice e Arquata risultano pesantemente danneggiate e impediscono agevoli spostamenti tra un comune e l'altro.