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Etna, terremoto a Catania: crolli e feriti

Terremoto Catania: 370 sfollati, 28 feriti. Di Maio: “Sarà dichiarato stato di emergenza”

Lʼepicentro tra Zafferana Etnea, Aci Catena e Acireale, dove molte persone hanno deciso personalmente di trascorrere la notte nelle strutture messe a disposizione dai comuni (palestre e scuole). Borrelli: “Polemiche? Lʼallerta cʼera ma i terremoti non si prevedono”
A cura di Biagio Chiariello
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Sono 370 gli sfollati del terremoto nel Catanese. Sono stati ospitati in strutture alberghiere segnalate da Federalberghi con cui la Regione siciliana in meno di un giorno dal sisma ha stipulato la convenzione. Diciassette a Santa Venerina; 36 a Aci Sant’Antonio; 8 a Viagrande; 34 ad Acireale e 225 a Zafferana Etnea. Dove oltre ai tre hotel, per accogliere chi ha la casa inagibile, il sindaco ha ordinato l’apertura di palestre e scuole: molti abitanti di Zafferana hanno deciso, per loro scelta, di passare la notte nelle strutture comunali messe a disposizione dello stesso comune. Erano le 3.19 del giorno di Santo Stefano quando una scossa di magnitudo 4.8 sull'Etna, la più intensa da quando il vulcano ha ripreso la sua attività, ha sorpreso nel sonno gettando nel panico diversi paesi, con famiglie subito scese per strada. Le ultime 10 famiglie sfollate risiedono ad Aci Platani, frazione di Acireale, dove la presenza di una faglia lungo strada dove si trovano le loro case. La fessura nel corso della giornata si è allargata provocando una frattura nell’asfalto.

I danni del terremoto

Si contano 28 feriti, di cui due sono in codice giallo: una 70enne di Pennisi con fratture costali, contusioni e schiacciamento toracico e lombare, e un 71enne di Fleri con un trauma cranico non commotivo. Danni maggiori si sono registrati alle abitazioni di Zafferana Etnea e Fleri, Acireale e Santa Venerina, con in tutto una quindicina le case danneggiate. A Fleri, padre, madre e due figli minorenni, a letto, sono stati salvati dai mobili di casa che li hanno protetti come uno scudo dai calcinacci delle mura dell'abitazione Ora parlano del "miracolo di essere rimasti vivi". In campo la sovrintendenza alle Belle Arti di Catania per i danni registrati alle chiese di Milo, Fleri e Santa Venerina, dove dal campanile della basilica del Sacro Cuore, è crollata la statua della Madonna, che era stata risparmiata dal terremoto del 2002. Mentre a Pennisi, frazione di Acireale, è crollata la statua di Sant'Emidio, il santo protettore dai terremoti, nella chiesa di Santa Maria del Carmelo.

Di Maio conferma stato d'emergenza

La situazione è controllata dal Centro coordinamento soccorsi attivato nella notte dal prefetto di Catania Claudio Sammartino, in contatto con il capo della Protezione civile Angelo Borrelli e con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Vito Crimi. "I tecnici – afferma Borrelli – ci dicono che si sta andando verso un raffreddamento della lava e ci dobbiamo aspettare una quiescenza dell'attività eruttiva il cui picco c'è stato a Natale, ora si va verso una diminuzione del fenomeno". Il governatore Nello Musumeci anticipa che giovedì la sua giunta, da Catania, dichiarerà "lo stato di calamità, con la contestuale richiesta a Roma della dichiarazione di emergenza".

Il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato che il governo dichiarerà lo stato d'emergenza per le aree del Catanese colpite dal terremoto nella notte tra Natale e Santo Stefano. "Domani sarà dichiarato lo stato di emergenza e saranno stanziate le risorse necessarie per dare supporto ai sindaci e alle autorità locali per aiutare le famiglie", ha detto Di Maio al suo arrivo a Fleri, la frazione di Zafferana Etnea che è fra i paesi che hanno subito maggiori danni.  Il vicepremier ha rivolto un ringraziamento "alla Protezione civile e alle autorità locali per il lavoro fatto".

Protezione Civile: "I terremoti non si prevedono"

"La situazione feriti è tranquilla, non abbiamo feriti gravi. Dieci sono stati portati in ospedale, 18 si sono recati con i propri mezzi nelle strutture ospedaliere, poi c'è un ultra 80enne che ha avuto la sindrome di schiacciamento". Lo ha affermato il capo della protezione civile Angelo Borrelli, intervenendo alla trasmissione "Radio anch'io" su RadioUno. "Sono 28 i feriti e 370 circa gli sfollati. Abbiamo avuto 1.600 richieste di sopralluoghi da parte della popolazione – ha precisato -. Questa notte abbiamo ospitato circa 370 persone, 323 negli alberghi 45 nelle palestre e 37 in una struttura per anziani". E in merito alle polemiche per la mancata allerta? "L'allerta c'era ed era stata alzata: da settembre c'era l'allerta gialla – ha sottolineato Borrelli -. Dal 24 abbiamo registrato un aumento della sismicità. La scossa delle 3:19 è stata isolata rispetto a quello che era il trend. Poi naturalmente i terremoti non si possono prevedere".

I timori dell'Ingv

E ‘allarme ‘terremoto' non si placa: oltre 30 scosse nella giornata di magnitudo superiore a 2.0 a Catania. Eugenio Priviera, direttore dell'Ingv, l'istituto nazionale di Geologia e Vulcanologia, ha parlato di possibili nuove bocche che potrebbero aprirsi anche a quote più basse. "Non si può escludere un’apertura di bocche a quote minori da dove si sono aperte adesso, in particolare modo nella zona di Piano del Vescovo a sud della Valle del Bove". E ammette: “La forte sismicità non ci lascia tranquilli. Vediamo come evolverà. Il terremoto è un evento singolo". Privierà spiega: "La situazione ricorda quella dell’ottobre del 1984 che provocò un morto a Zafferana Etnea: è sempre la faglia di Fiandaca, che quando si muove è pericolosa”.

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