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Terremoto Ascoli e Teramo, il professor Tondi: “Non ci sono grandi faglie, mai scosse distruttive”

Il professor Emanuele Tondi, docente di geologia all’Università di Camerino ed esperto conoscitore delle faglie del centro Italia: “Nell’area dell’epicentro non sono note grandi faglie in grado di generare forti terremoti. Se andiamo ad analizzare la sismicità storica notiamo che in zona non si sono mai verificati terremoti di forte intensità”.
A cura di Davide Falcioni
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Erano le 12 e 24 di oggi quando la terra ha di nuovo tremato tra il sud delle Marche e il nord dell'Abruzzo.

Una scossa di terremoto di magnitudo 4.1 è stata distintamente avvertita dalla popolazione soprattutto nelle province di Ascoli Piceno e Teramo. Come rivelato successivamente dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l'epicentro è stato localizzato 4 chilometri dal comune di Folignano (AP), al confine con la provincia di Teramo, con ipocentro a una profondità di circa 24 chilometri.

Pochi istanti dopo si è verificato un secondo evento sismico di magnitudo 3.6, seguito a sua volta da altre scosse. "Fino alle ore 13 – spiega ancora l'INGV – ne sono stati localizzate in totale 16, di magnitudo compresa tra 1.2 e 4.1". Inoltre, secondo l'Istituto, "dal Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI15) notiamo che l’area epicentrale del terremoto è piuttosto lontana da quelle più attive dell’Appennino, tra gli eventi più vicini (circa 20 chilometri a nord nell’Ascolano) il terremoto del 3 ottobre 1943 di magnitudo stimata Mw 5.7″.

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Il professor Tondi: "Territorio in cui non sono note grandi faglie"

Ma quanto deve preoccupare l'evento sismico di oggi? Fanpage.it ha interpellato il professor Emanuele Tondi, docente di geologia all'Università di Camerino ed esperto conoscitore delle faglie del centro Italia. "Il primo evento, delle 12 e 24, ha avuto una magnitudo di 4.1 ed è stato seguito da uno sciame sismico con scosse di magnitudo inferiore. L'epicentro è stato individuato al confine tra i comuni di Folignano (Ascoli Piceno) e Civitella del Tronto (Teramo). La profondità, di 24 chilometri, è stata superiore rispetto a quella solitamente rilevata nell'Appennino centrale. Questo ha fatto sì che la scossa più forte venisse avvertita su un'ampia zona, addirittura fino alla provincia di Ancona".

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"Nell'area dell'epicentro – prosegue lo scienziato – non sono note grandi faglie in grado di generare forti terremoti. Se andiamo ad analizzare la sismicità storica notiamo che in zona non si sono mai verificati terremoti di forte intensità, tanto che fino a pochi decenni fa il comune di Folignano era considerato asismico anche nelle carte ufficiali. Insomma, dati alla mano nel territorio interessato dal terremoto di oggi non sono note importanti faglie né eventi distruttivi".

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