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Terremoto Amatrice, la truffa delle magliette in vendita online per beneficenza

Sciacalli ancora in azione con finte raccolte fondi per il terremoto del centro Italia. L’ultima truffa, scoperta dalla Guardia di Finanza, prevedeva la vendita di t-shirt pro Amatrice il cui ricavato sarebbe andato al comune che però non sapeva nulla.
A cura di Antonio Palma
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Tra le tante azioni di solidarietà che in tutto il Paese sono sorte dopo il terribile terremoto del centro Italia purtroppo si nascondo anche truffe messe in atto da sciacalli senza scrupoli che cercano di sfruttare l'emozione del momento e la solidarietà degli altri per fare soldi. L'ultimo caso scoperto dagli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Rieti riguarda una collaudata formula dei truffatori: la vendita online di oggetti per beneficenza. Una fantomatica associazione onlus infatti aveva messo in vendita sul web alcune magliette pro Amatrice invitando a comprarle con la promessa che il ricavato sarebbe andato a finire direttamente nelle case del comune laziale tra i più colpiti dal sisma del centro Italia.

La t-shirt, che veniva venduta ad un costo 20 euro più spese di spedizione, doveva avere nel  davanti un disegno rappresentante il centro storico di Amatrice realizzato a mano da un sedicente soggetto Amatriciano, mentre sul retro vi doveva essere un richiamo alle onde del terremoto e riferimenti ad Amatrice come le vette dei vicini monti e il campanile con l'orologio fermo all'ora del sisma. Sulla pagina web titolata "campagna pro-amatrice" veniva chiaramente riportato che il ricavato della vendita sarebbe stato devoluto direttamente sul conto corrente del Comune di Amatrice "come da richiesta intercorsa via mail".

Dopo aver scoperto dell'esistenza della vendita online, i finanzieri presenti giornalmente sul posto si son immediatamente attivati interpellando i dipendenti pubblici del Comune di Amatrice e ricevendo una prima conferma che non era stata autorizzata alcuna campagna promozionale per la vendita di t-shirt. Lo stresso sindaco della città, Pirozzi, successivamente ha confermato che nessuna richiesta era pervenuta al Comune di Amatrice, né direttamente né per mail e quindi si trattava di un falso. Le indagini dei finanzieri proseguono ora per accertare i responsabili del gesto e l'effettiva presenza di persone del posto coinvolte nell'iniziativa.

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