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Terremoto Amatrice, arriva il pompiere dell’11 settembre: “Gli italiani? I migliori”

Robert Triozzi, ex tenente del New York Fire Department ai tempi dell’11/09 e il post-Torri Gemelle: “Sono qui per dare una mano, ma i Vigili del fuoco italiani sono i più bravi del mondo”. Gli sfollati? “Mai un lamento,«aiutavano a montare le tende, scavavano… È un popolo di montagna, tosto”.
A cura di Biagio Chiariello
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“Hanno portato via dalle macerie 215 persone vive! Capisci che cosa significa? Sono i più bravi del mondo”, dice riferendosi al lavoro svolto dai suoi colleghi in questi giorni nei territori colpiti dal sisma. Lui è Robert Triozzi, 60 anni, newyorkese di origine, italiano di adozione, attuale comandante dello “United Nations Fire Rescue Development Program” che si occupa dei programmi di addestramento, sotto l’egida delle Nazioni Unite, rivolti ai vigili del fuoco e ai soccorritori degli stati colpiti da gravi catastrofi o conflitti armati.

Triozzi l’11 settembre del 2001 era tenente del FDNY, e in questi giorni “su richiesta del raggruppamento operativo emergenze della Protezione civile”, si è recato ad Amatrice, il comune che ha subito i danni maggiori dopo il sisma del 24 agosto. “Qui sono stato chiamato con un incarico insolito per me: coordinare la logistica per l’allestimento dei campo degli sfollati di Scai. Siamo la migliore Protezione civile che c’è”, dice al Corriere della Sera Triozzi, di origini abruzzesi. “I pompieri italiani sono pochissimi, appena trentamila su tutto il territorio, che significa 7.500 per turno dalle Alpi alla Sicilia, quando solo a Parigi ce ne sono in servizio 1.800 per turno. Nonostante questo, gli italiani fanno un lavoro straordinario” ammette.

In questi giorni si è tanto parlato del post-terremoto in Giappone, ma Robert-o spiega che “a Kobe, nel terremoto del ‘95, tra le prime costruzioni a crollare ci fu la caserma dei vigili del fuoco… A Fukushima i miei uomini dormivano in macchina perché non c’erano strutture, quando nel terremoto d’Abruzzo avevamo pasti caldi e organizzazione efficace a Coppito. Molti Paesi non sono organizzati come l’Italia, compreso il Giappone di cui tanto blaterate!”. Il vero nemico? “Noi stessi, sì, noi italiani, mi sento italiano, io. Siamo troppo critici con noi stessi, coltiviamo l’idea che non funziona mai niente. Non è vero. Bertolaso, per dire, ha i suoi difetti, ma è un grande coordinatore per le emergenze”. Quindi un elogio agli sfollati: “Aiutavano a montare le tende, le manichette dell’acqua per il magazzino, scavavano… È un popolo di montagna, tosto, abituato a lavorare duro dall’alba al tramonto, ho visto certi nonni…”.

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