Terremoto a Catania, la mappa della pericolosità sismica realizzata dall’Ingv
Nella notte un sisma di magnitudo 4.8 ha svegliato gli abitanti del catanese. L'epicentro del terremoto è stato registrato nella zona tra Viagrande e Trecastagni, in provincia di Catania. Si tratta della scossa più violenta da quanto lo scorso 24 dicembre è iniziata l'eruzione del vulcano Etna. Al momento sono sei i comuni che hanno registrato i danni maggiori, numerosi sono i feriti – nessuno in pericolo di vita – e fortunatamente non vi sono stati morti. Come spiega l'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l'Italia è un territorio ad alto pericolo sismico, soprattutto nelle zone appenniniche.
Per pericolosità sismica, in senso probabilistico, si intende "lo scuotimento del suolo atteso in un dato sito con una certa probabilità di eccedenza in un dato intervallo di tempo, ovvero la probabilità che un certo valore di scuotimento si verifichi in un dato intervallo di tempo. Questo tipo di stima si basa sulla definizione di una serie di elementi di input (quali catalogo dei terremoti, zone sorgente, relazione di attenuazione del moto del suolo, ecc.) e dei parametri di riferimento (per esempio: scuotimento in accelerazione o spostamento, tipo di suolo, finestra temporale, ecc.)".
Nel 2004 l'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha rilasciato una dettagliata mappa della pericolosità sismica in Italia. Come si evince dalla mappa, le aree più pericolose sono quelle della zona appenninica, in particolare la zona de L'Aquila, parte della Campania, la Calabria, la zona di Siracusa e l'area del Friuli Venezia Giulia.