Terremoti in Molise: oggi scuole chiuse. “Il 70% degli edifici a rischio sismico”
UPDATE 15.10 – Non solo Campobasso: una nuova leggera scossa di terremoto è stata avvertita questa mattina alle 10 e 37 in provincia de L'Aquila: la scossa è stata di magnitudo 3,4 della scala Mercalli.
Quattro scosse di terremoto in appena 25 minuti, ieri sera, e altre durante la notte. Lo sciame sismico che sta interessando il Molise sembra non accennare a placarsi: con esso, come è normale, non si placa neppure la preoccupazione dei cittadini. I quattro terremoti, di lieve intensità ma avvertiti distintamente dalla popolazione, sono stati registrati alle 22.34, 22.32, 23.09, 23.11, tutti con epicentro nei pressi di Campobasso. Un'altra scossa è stata registrata alle 1.59 di questa notte. Una situazione del tutto eccezionale, soprattutto se si considera che alle scosse telluriche si aggiunge il grande freddo piombato sulla regione, con la neve caduta copiosa.
I geologi: "Il 70% delle scuole molisane è a rischio sismico"
In questo quadro alla mente torna il terremoto del 31 ottobre 2002, quando un sisma provocò il crollo di una scuola a San Giuliano di Puglia causando la morte di 27 bambini. Per questo, memore di quella tragedia, il presidente della Regione, Paolo Frattura, ieri mattina ha diramato il suo invito ai sindaci dei comuni più vicini all'epicentro sismico, Baranello, paese alle porte di Campobasso, a chiudere oggi tutte le scuole. Il governatore ha chiesto controlli approfonditi sulla stabilità degli edifici e la maggior parte dei sindaci ha risposto positivamente all'appello. I dati, diffusi dal Consiglio Nazionale dei Geologi, sono però allarmanti: "I Molise il 70% delle scuole è a rischio sismico e ugualmente gli altri edifici pubblici". Il presidente regionale dei geologi aggiunge: "A distanza di quasi 4 anni dal terremoto dell'Emilia, 7 anni da quello dell'Aquila e 14 anni da quello di San Giuliano di Puglia, torna la paura in Molise per lo sciame sismico che da alcuni giorni è in atto nel territorio della provincia di Campobasso, distretto sismico Baranello-Vinchiaturo. Lo spettro della faglia del Matese, il grande mostro storicamente capace di rilasciare energia per magnitudo anche superiori a 7, spinge il mondo scientifico a studiare la serie sismica in corso ormai da giorni con estrema attenzione e cautela". Il geologo aggiunge che l'evento "sebbene di poca rilevanza dal punto di vista energetico, costituisce grande preoccupazione ed angoscia in quelle popolazioni".
Anche l'INGV – in una nota – sembra invitare la popolazione alla cautela: "Il territorio regionale è caratterizzato da una pericolosità sismica che è più elevata in corrispondenza dell’Appennino e diminuisce andando verso il mar Adriatico. Questo significa che gli eventi di magnitudo elevata sono più probabili in Appennino che non lungo la costa, dove possono comunque verificarsi, per quanto con frequenza minore. Il terremoto del 2002, per esempio, non è legato alle strutture maggiormente attive dell’Appennino. I valori di accelerazione previsti dal modello di pericolosità sismica (probabilità del 10% in 50 anni) sono compresi tra 0.100 e 0.275 g, ma la maggior parte del territorio regionale mostra valori maggiori di 0.200 g. La pericolosità sismica della regione è determinata dalla presenza delle strutture sismicamente attive dell’Appennino e di quelle del Gargano che si estendono fino al Molise; queste strutture sono caratterizzate da una lunga storia sismica, che ha avuto i suoi massimi in Appennino con il terremoto di Bojano del 1805 (magnitudo Mw 6.6) e nell’area garganica con il terremoto del 1627 (Mw 6.7).".