Terremoti Catania, l’Ingv a Fanpage.it: “Sisma di Motta e quello di Milo di origine diversa”
"Bisogna contestualizzare: di quale sciame sismico parliamo?". Stefano Branca, direttore dell'Ingv di Catania, lo mette in chiaro subito: i terremoti di ieri sera e stamattina con epicentro a Motta Sant'Anastasia e quelli di oggi con epicentro tra Milo e Santa Venerina non hanno nulla a che fare gli uni con gli altri. Di origine vulcanica gli ultimi e di natura tettonica i precedenti. Certo, sì, la terra ha tremato nello stesso territorio e a distanza di poco tempo – la scossa delle 22.33 di ieri sera, di magnitudo 4.3, era forte come in Sicilia orientale non se ne sentivano da un po' – ma non bisogna cercare criticità, o spunti particolari, dove non ce ne sono. Né bisogna lasciarsi trasportare dal desiderio di mettere in collegamento il sisma di Santo Stefano del 2018, quello che ha devastato diverse aree del territorio etneo, con quanto sta accadendo in questi giorni.
"Ieri sera, verso le 21.30, è iniziata una sequenza sismica con epicentro localizzato nella Piana di Catania. Sono stati registrati 19 eventi sismici di magnitudo superiore a 2 e tre di magnitudo superiore a 3. Incluso quello di magnitudo 4.3, che è stato quello più forte – prosegue Branca a Fanpage.it – Si è sentito in tutta la Sicilia orientale, era profondo circa dieci, undici chilometri. È una tipica sequenza sismica di natura tettonica, legata ai movimenti della crosta siciliana che, vi ricordo, è una di quelle a maggiore attività sismica. Quindi questi terremoti ricadono nella normale attività sismica della Sicilia orientale". In altre parole: Messina, Catania, Siracusa e Ragusa sono a rischio in tutti i momenti dell'anno, e di continuo, poiché poggiano su una porzione di crosta terrestre che si muove spesso. In più, però, su Catania svetta l'Etna, e la presenza sul territorio di un vulcano attivo rende i tremori ancora più frequenti, anche se di diversa origine.
Alle 10.19 e alle 10.23 di questa mattina, infatti, i sismografi hanno rilevato due scosse: una da 3.6, con epicentro a Milo; e una da 2.1, con epicentro a Zafferana Etnea. "Questi due sismi non c'entrano nulla con gli altri – prosegue Stefano Branca – Questi fanno parte, invece, della tipica attività sismica dell'area etnea, sono terremoti legati alla dinamica dell'edificio vulcanico". È stata una coincidenza che i due movimenti, crosta siciliana ed Etna, si siano praticamente sovrapposti.
"Mi rendo conto che siano argomenti complessi, ma l'informazione riveste un ruolo importante e delicato – prosegue Branca – Questi sono fenomeni veramente complessi, già per la comunità scientifica, figurarsi riuscire a spiegarli all'esterno. Il terremoto di Santo Stefano del 2018, a cui tanti hanno pensato, non c'entra niente: quello di ieri e quello di tre anni fa non hanno nulla a che vedere l'uno con l'altro, semplicemente sono avvenuti nel periodo di Natale, che è un fatto assolutamente irrilevante".