Teresa Spanò uccisa dalla figlia 17enne: forse stordita con farmaci prima di essere strangolata
Continuano le indagini sulla morte di Teresa Spanò, la maestra di 56 anni di Bagheria trovata morta in casa nei giorni scorsi e per il cui delitto ha confessato la figlia 17enne. La donna sarebbe stata strangolata, stando al racconto della ragazza, ma la dinamica è ancora tutta da chiarire. Per questo si attendono i risultati dell'autopsia sul corpo della vittima, che verrà effettuata nei prossimi giorni.
In particolare, le analisi sulla salma potrebbero chiarire se la maestra, prima di essere stata strangolata, sia stata stordita con dei farmaci, che sono stati trovati vicino al corpo. Si tratta, nello specifico, di una confezione di Toradol, potente antidolorifico, e di una boccetta di Minias, medicinale sedativo-ipnotico in gocce che appartiene alla categoria delle benzodiazepine.
Secondo gli inquirenti potrebbe essere stata la figlia a mettere i medicinali vicino al corpo per avvalorare l'iniziale tesi del suicidio. Ma non si esclude che la vittima sia stata prima stordita e poi soffocata. La ragazza, per altro, dopo aver confessato il delitto, si è chiusa nel silenzio.
Al momento si trova in una struttura terapeutica educativa di Caltanissetta dove è sorvegliata a vista, in attesa dell’udienza di convalida del provvedimento restrittivo davanti al gip, in programma per domani, giovedì 5 gennaio.
Ignoto resta ancora anche il movente di quanto successo. Pare che le due litigassero spesso, come hanno confermato i loro vicini di casa. Mamma e figlia vivevano da sole nella casa di corso Butera, dopo che il padre della 17enne le aveva lasciate molto tempo fa. L'ultima lite tra Teresa e la figlia risalirebbe alle 3 di lunedì notte. Poi il silenzio fino alle 8, rotto solo dal suono delle sirene del 118 e delle volanti del commissariato di Bagheria.