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Covid 19

Le terapie intensive tornano a salire in Toscana, Lazio e Liguria, ma la media nazionale resta bassa

Secondo Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, che monitora le ospedalizzazioni Covid in Italia, “da due settimane si rileva un cambio di tendenza rispetto alla precedente decrescita dei ricoveri Covid-19 in terapia intensiva”. Tuttavia, “l’aumento registrato per alcune Regioni e Province Autonome si riferisce a una media nazionale che comunque resta ancora molto bassa”.
A cura di Ida Artiaco
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"Il sistema di monitoraggio dell’Agenzia da due settimane rileva un cambio di tendenza rispetto alla precedente decrescita dei ricoveri Covid-19 in terapia intensiva". È quanto ha comunicato oggi l'Agenas, l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, che monitora la situazione dei ricoveri Covid in terapia intensiva e in area medica. Con il nuovo aumento dei contagi, che si sta registrando da qualche settimana, anche le ospedalizzazioni pare stiano risalendo seppur, sottolineano da Agenas, "l'aumento registrato per alcune Regioni e Province Autonome si riferisce a una media nazionale che comunque resta ancora molto bassa (circa 2%)".

La misurazione di Agenas

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La misurazione effettuata, scrive Agenas sul proprio sito ufficiale, "si basa sui tempi di raddoppio, ovvero in quanti giorni si raddoppierebbero i ricoveri in terapia intensiva sulla base dell’ultima media settimanale". Pertanto, "tanto più il tempo di raddoppio è piccolo, tanto maggiore è la velocità di crescita del numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva. Viceversa per i tempi di dimezzamento. Per valori molto bassi di occupazione dei posti letto in TI piccole variazioni nel numero di pazienti possono portare a tempi di raddoppio molto bassi senza che questi abbiano riflessi importanti sull’occupazione dei posti letto in terapia intensiva. Il livello di allerta cresce al crescere della percentuale di occupazione dei posti in Ti e/o al diminuire dei valori del tempo di raddoppio".

Si ricorda che la saturazione delle terapie intensive e dei reparti ordinari sarà uno dei nuovi parametri con i quali si stabilirà il colore delle Regioni. Per passare dalla zona bianca a quella gialla sarà necessario probabilmente superare una soglia di occupazione dei posti letto che il ministero della Salute vorrebbe fissare al 5% nelle terapie intensive e al 10% nei reparti ordinari. Mentre la proposta avanzata dalle Regioni prevede soglie ben più alte: 20% di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive e 30% nei reparti ordinari.

La situazione attuale di TI e reparti ordinari

Secondo i dati Agenas aggiornati al 20 luglio, la percentuale di saturazione dei posti letto in terapia intensiva in Italia è ferma a quota 2%. Stessa percentuale è segnata anche per i reparti ordinari. Siamo dunque ben al di sotto della soglia di allerta fissata rispettivamente al 30% e al 40%. Tuttavia, ci sono segnali di un aumento della pressione ospedaliera, in particolare in Sicilia dove si registra un tasso di occupazione di posti letto di malati Covid in terapia intensiva (3%) e nei reparti ordinari (5%) in entrambi i casi sopra la media nazionale. Sopra la media nazionale anche la Sardegna (+4%) per quanto riguarda l'area medica (in terapia intensiva invece registra solo 1% di occupazione), così come la Campania (+5%), il Lazio (+3), la Toscana (+3%) e la Liguria (+3%) per la terapia intensiva.

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