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Covid 19

Terapie intensive e ricoveri Covid in area medica, la situazione aggiornata regione per regione

Migliora la situazione Covid in Italia per quanto riguarda la pressione ospedaliera: secondo gli ultimi dati Agenas, a livello nazionale la percentuale di saturazione delle terapie intensive è del 6%, così come per il reparti ordinari. Tuttavia, non mancano le differenze a livello regionale: a preoccupare di più sono Sicilia e Calabria, ma numeri alti anche in Basilicata e nelle Marche.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine di repertorio.
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Continua il calo dei ricoveri in area medica e in terapia intensiva dei pazienti positivi al Covid. Non solo la conferma è arrivata dal bollettino di ieri del Ministero della Salute, che ha fatto registrare -146 pazienti in area medica e -8 in rianimazione, ma anche dai dati Agenas, l'Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali. Stando all'ultimo aggiornamento del 23 settembre, resta stabile la percentuale di saturazione delle TI al 6% a livello nazionale, mentre per quanto riguarda i reparti ordinari l'occupazione dei posti letto è aumentata di un solo punto percentuale, salendo a quota 6%. Siamo comunque molto lontani dalla soglia di allerta del 30% per le terapie intensive e del 40% per i reparti ordinari che erano state superate nei mesi scorsi. Tuttavia, ci sono situazioni molto diverse a livello regionale.

La situazione dei ricoveri regione per regione

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Secondo i dati Agenas, confermati da quelli dell'Istituto superiore di Sanità, a preoccupare di più, anche in vista di un possibile cambio di colore, sono due regioni: la Sicilia, già in zona gialla, e la Calabria. La prima presenta una percentuale di occupazione dei posti letto in area medica del 15% e del 9% in terapia intensiva, la seconda, invece, ha una occupazione del 17% dei posti letto in area medica e dell'8% in TI. Non va meglio nella provincia autonoma di Bolzano per quanto riguarda le rianimazioni, piene al 9%, mentre in area medica la percentuale si ferma al 4%. Da segnalare anche al 14% l'occupazione dei posti letto in area medica della Basilicata e al 10% quella delle terapie intensive delle Marche. Tra le regioni che fanno registrare le percentuali più basse di saturazione ci sono l'Abruzzo (3% Ti e 5% are medica), la Liguria (2% TI e 4% area medica) e la Provincia autonoma di Trento (3% in entrambe le aree).

Si ricordi che le Regioni, secondo l'ultimo aggiornamento dei parametri decisionali deciso dal governo, cambiano colore, zona e relative restrizioni in base al tasso di occupazione dei posti letto d'ospedale in terapia intensiva e in area medica. Si passa in zona gialla se si superano, contemporaneamente, il 10% in terapia intensiva e il 15% negli altri reparti. Per la zona arancione è necessario rispettivamente il 20% e il 30%, per la zona rossa il 30% e il 40%. Più il sistema sanitario va in difficoltà, più aumentano le restrizioni. Al momento solo la Sicilia è destinata a tornare in zona gialla, ma diverse Regioni sono vicine a sforare uno dei due parametri o, in alcuni casi, entrambi. Alla luce di questi dati, tuttavia, non dovrebbe esserci alcun cambiamento lunedì prossimo.

I dati del monitoraggio Iss

Il miglioramento della pressione ospedaliera è stato confermato anche dal monitoraggio settimanale elaborato dalla Cabina di regia sull'emergenza Covid in Italia. Nel dossier si legge che "il tasso di occupazione in terapia intensiva è in lieve diminuzione al 5,7% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute), con una lieve diminuzione del numero di persone ricoverate da 554 (14/09/2021) a 516 (21/09/2021)". Anche "il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale diminuisce leggermente al 6,8%. Il numero di persone ricoverate in queste aree è in lieve diminuzione da 4.165 (14/09/2021) a 3.937 (21/09/2021)".

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