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Tenta il suicidio ma il padre la geolocalizza e la salva, un testimone: “Ho pensato a un miracolo”

Attimi di tensione quelli del salvataggio della ragazza di 15 anni che ha provato a togliersi la vita gettandosi dal ponte del torrente Savena, al confine tra Bologna e San Lazzaro. A raccontarli un testimone che ha assistito alla scena: “Il carabiniere si è subito tuffato quando ha visto la ragazza in acqua”.
A cura di Eleonora Panseri
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Sono stati attimi di tensione quelli del salvataggio della ragazza di 15 anni che ha tentato di togliersi la vita gettandosi dal ponte del torrente Savena, al confine tra Bologna e San Lazzaro. A raccontarli un testimone che ha assistito alla scena ieri, sabato 23 settembre. "Appena ha visto la testa della ragazza riaffiorare dall’acqua, il carabiniere si è subito gettato nel torrente dove, nuotando il più velocemente possibile, l’ha raggiunta ormai esanime", ha detto al Corriere di Bologna.

"Poi sono seguiti i 10 minuti più al cardiopalma a cui abbia mai assistito perché non è stato facile tirarla fuori dal torrente per via dei numerosi traumi. Ho pensato al miracolo". Queste le parole di un testimone che ieri mattina, sabato 23 settembre, ha assistito al salvataggio in extremis di una ragazza di 15 anni che ha tentato il suicidio gettandosi .

È stato il padre della giovane ad allertare i soccorsi, dopo aver ricevuto il messaggio di un'amica e aver geolocalizzato la figlia. L'uomo infatti aveva accompagnato la figlia a scuola lasciandola davanti all'istituto ignaro delle intenzioni della 15enne che la ragazza ha invece confidato a un'amica.

"La faccio finita", le ha scritto mentre si dirige verso il ponte del torrente Savena in via Giuseppe Dozza. E appena l'amica ha capito che non si trattava di uno scherzo e della pericolosità della situazione ha prontamente avvisato il genitore della ragazza. Poi la geolocalizzazione del luogo dove si trovava la figlia e le operazioni di salvataggio che sono state complesse. Nei prossimi giorni il padre della giovane sarà sentito dalla Procura per tentare di chiarire le motivazioni del gesto, forse legato a un disagio giovanile.

Il salvataggio della ragazza

I carabinieri sono scesi sulla riva del torrente e hanno visto affiorare la testa della 15enne. A quel punto, uno dei militari presenti, un sottufficiale, si è buttato in acqua e, dopo aver nuotato per circa 30 metri, ha raggiunto la ragazza ancora cosciente ma stordita a causa di numerosi traumi causati dalle rocce affioranti.

All'arrivo  i sommozzatori del 115 è stata calata una barella e, soccorsa dai sanitari del 118, è stata trasportata all’ospedale Maggiore di Bologna, dove è stata operata per una frattura al femore, ma non in pericolo di vita. Il sottufficiale che ha portato a termine il salvataggio invece, appena uscito dall'acqua, ha accusato un forte mal di testa probabilmente dovuto ai minuti trascorsi nell’acqua gelida.

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