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Tenta di evadere dal carcere ma sbaglia strada e finisce nell’ufficio del direttore: riportato in cella

Un detenuto del carcere di Bari ha tentato l’evasione durante l’ora d’aria. Durante la fuga, l’uomo ha sbagliato strada ed è finito nell’ufficio del direttore della struttura. Qui è stato bloccato e ricondotto in cella.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ha approfittato dell'ora d'aria nel cortile del carcere per tentare l'evasione, ma è stato fermato dagli agenti che sono riusciti a riportarlo in cella. Il protagonista di questa vicenda è un detenuto del carcere di Bari che aveva programmato la sua fuga durante l'ora d'aria.

Approfittando della momentanea assenza di alcuni addetti alla sicurezza che avevano dovuto accompagnare un altro carcerato in ospedale, l'uomo ha scavalcato il muro per scendere nell'intercinta e poi tentare di salire su quello di cinta. A "fregarlo" quasi al traguardo, però, è stato un banale errore di percorso e invece di ritrovarsi fuori dalla struttura carceraria come sperava, l'uomo è finito dritto dritto negli uffici della direzione dove è poi stato bloccato e portato in cella.

La storia sembra una barzelletta, ma le riflessioni sulla vicenda hanno portato il sindacato autonomo di polizia Sappe a riflettere sulla carenza di personale nelle carceri. "Fortunatamente è finita bene, ma se fosse riuscito ad evadere, probabilmente sarebbe stato aperto un fascicolo nei confronti degli agenti e dei vertici del carcere. Il penitenziario però versa in grave carenza di personale e il poliziotto distolto dal posto di servizio ha dovuto accompagnare una persona in ospedale".

Secondo il Sappe, molte volte i detenuti (e con loro gli agenti) devono lasciare la struttura carceraria per raggiungere l'ospedale anche in assenza di gravi pericoli per salute e per banali medicazioni.

In questo modo, secondo il sindacato, "si sottraggono gli agenti accompagnatori alla sorveglianza della struttura penitenziaria". "Speriamo – ha ribadito ancora il Sappe – che la tentata evasione faccia aprire gli occhi a chi dovere tra magistratura penale e di sorveglianza, poiché questi eventi critici creano allarme sociale".

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