Tensione a Torino, studenti assaltano sede di Confindustria: uova e vernice rossa contro il palazzo
Tensione a Torino tra un gruppo studenti e le forze dell'ordine nei pressi della sede di Confindustria. Alcuni giovani hanno lanciato uova di vernice contro la palazzina di via Vela e poi hanno forzato il cancello di ingresso nel tentativo di entrare negli uffici. Hanno partecipato all'azione alcune decine di giovani, travisati e armati dei bastoni con cui sostenevano i cartelli, che si sono staccati dal corteo e hanno forzato il cancello dell'Unione Industriale. Le forze dell'ordine hanno usato i manganelli per allontanarli. Sono stati accesi fumogeni e dati alle fiamme alcuni fogli con lo stemma della Confindustria. Sarebbero almeno sette i rappresentanti delle forze dell’ordine rimasti feriti nel tentato assalto. Si tratta di due funzionari, uno della Polizia che è stato colpito da una bastonata alla testa e uno dei carabinieri. Feriti lievemente altri cinque carabinieri.
Oggi gli studenti sono tornati a manifestare contro la scuola-lavoro, dopo la tragica morte del sedicenne Giuseppe Lenoci in un incidente mentre svolgeva uno stage e per un esame di maturità diverso. Previsti cortei e presidi a Torino come in oltre altre 40 città. Circa tremila persone a Torino, dove da giorni sono occupate diverse scuole: il lungo serpentone degli studenti è partito questa mattina da piazza XVIII Dicembre per aggiungere le sedi di Confindustria e Miur. Sono state chiuse le entrare della stazione ferroviaria di Porta Susa su corso Bolzano, sul tragitto della manifestazione.
"Gli studenti tornano in piazza perché è inaccettabile che si muoia in scuola-lavoro – è quanto ha spiegato Simon Vial, responsabile nazionale del Fronte della Gioventù Comunista – Noi siamo contro questo sistema di iscrizione che fa si che gli studenti siano costretti a lavorare gratis e senza diritti e rischino pure la propria vita”. "Oggi torniamo in piazza contro la seconda prova, per chiedere l'abolizione dell'alternanza scuola lavoro e per pretendere una presa di responsabilità della repressione nei confronti degli studenti da parte delle istituzioni", è quanto ha aggiunto Sara Munari, del Ksa.