Tangenti Eni, i pm: “Scaroni e Descalzi dirigevano la corruzione”
L'indagine a carico dell'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, accusato di corruzione internazionale, non sarebbe solo dovuta ad una responsabilità oggettiva legata alla posizione di vertice nella società petrolifera italiana, ma riguarderebbe direttamene atti compiuti dall'Ad. Le stesse accuse sarebbero rivolte anche al suo predecessore Paolo Scaroni. È quanto viene fuori dalle carte dei pm milanesi che indagano sul caso delle tangenti Eni a politici nigeriani in cambio della licenza per l’esplorazione di un campo petrolifero ad Abuja. "Si ritiene che Scaroni e Descalzi abbiano organizzato e diretto l’attività illecita" di corruzione in Nigeria, si legge infatti negli atti depositati dalla Procura meneghina e rivelati dal Corriere della Sera. Secondo i magistrati del capoluogo lombardo, "Descalzi era anche in continuo contatto con Obi", uno degli intermediari nella faccenda, attraverso Luigi Bisignani. Quest'ultimo, per la Procura, "era il collegamento tra i vertici dell’Eni e gli intermediari Obi e Gianluca Di Nardo".
La vicenda Eni e la Nigeria
Secondo i pm tutto sarebbe nato nel 2010 quando l’ex ministro nigeriano Etete voleva vendere una concessione petrolifera autoassegnatosi anni prima attraverso la società Malabu. Il politico nigeriano avrebbe allertato un suo contatto italiano, Di Nardo, che a sua volta avrebbe coinvolto Bisignani, che era in contattato con l'allora Ad di Eni, Scaroni. Quest'ultimo avrebbe fatto presente la cosa a Descalzi, allora capo della divisione Exploration & Production di Eni che avrebbe poi preso contatti instaurando rapporti con Etete. A testimoniare quanto accaduto ci sarebbero diversi scambi di e-mail e telefonate tra Bisignani e Descalzi intercettati e finiti negli atti dell'inchiesta.
Renzi: "Felice di aver scelto Descalzi"
Intanto sul caso è intervenuto questa mattina anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi difendendo le sue nomine ai vertici dell'Eni e delle altre grandi aziende pubbliche e non chiedendo nessun passo indietro agli amministratori. "Sono felice di aver scelto Claudio Descalzi come Ceo di Eni. Potessi lo rifarei domattina" ha scritto infatti il Premier su twitter, aggiungendo: "Io rispetto le indagini e aspetto le sentenze".