Taissir Sakka trovato morto in un parcheggio a Modena: chiesta l’archiviazione per i carabinieri indagati
La Procura di Modena chiede l'archiviazione del fascicolo sulla morte di Taissir Sakka, il 31enne tunisino che venne trovato senza vita la mattina del 15 ottobre dello scorso anno in un parcheggio. Dopo la sua morte erano stati indagati sei carabinieri: uno di loro per morte come conseguenza di altro reato e gli altri cinque per lesioni provocate al fratello del giovane. A dar notizia della richiesta di archiviazione della Procura è Il Resto del Carlino Modena.
Le indagini della squadra mobile, coordinate dal pm Marco Niccolini, sarebbero arrivate alla conclusione che non ci sarebbe stato alcun coinvolgimento dei carabinieri indagati nella morte di Taissir Sakka. Gli avvocati che assistono il fratello, Fabio Anselmo e Bernardo Gentile, hanno presentato opposizione all'archiviazione, sostenendo tra l'altro che il trattenimento in caserma non sarebbe stato giustificato.
Era stato il fratello di Taissir a sporgere denuncia: prima di morire il 31enne era stato fermato dai carabinieri in seguito a una segnalazione per una lite scoppiata in un circolo a Ravarino. I militari avevano trovato sul posto i due fratelli in evidente stato di ebbrezza ed entrambi erano stati portati in caserma e successivamente rilasciati. Tuttavia, dopo un nuovo alterco, il fratello della vittima era stato riportato in caserma, mentre Taissir si era allontanato. Poi è stato trovato morto: dall’autopsia sarebbe emerso che la morte del giovane è stata causata da una grave cardiopatia.
“Non mi darò pace finché non avrò capito com'è morto” diceva lo scorso dicembre a Fanpage.it il fratello del giovane, rendendo pubbliche per la prima volta alcune foto scattate poco dopo il ritrovamento del corpo. “Io ci vedo una persona a cui è stato fatto qualcosa – aveva detto -. Non può essere morto così, per un malore, cadendo poi per terra in quel modo”.